Alberto Fortis sarà ospite a Reggio Emilia mercoledì 17 febbraio in occasione della presentazione della sua autobiografia “Al. Che fine ha fatto Yude?” (Aliberti Editore) alle 18 presso la Libreria All’Arco.

Una sconfinata passione per la musica germogliata in tenera età, a soli cinque anni, quando chiede in dono a Babbo Natale una batteria. Erano ancora gli anni dell’infanzia trascorsa nella casa paterna a Domodossola, dove Alberto amava giocare nel suo angolo segreto, il “giardino delle fragole”. Poi la formazione della sua prima band, ancora tredicenne, e il debutto televisivo tre anni dopo. Sono le prime tappe della carriera sfavillante di un artista a trecentosessanta gradi, spesso considerato “controcorrente” nel panorama musicale italiano.

Questa toccante biografia rivela un Alberto Fortis inedito, amante dei viaggi, specialmente oltreoceano, e della sperimentazione musicale, con una spiccata sensibilità per i temi sociali e umanitari. In Al si delinea il profilo di un artista poliedrico che ha vissuto esperienze uniche: dall’incontro con il Dalai Lama, all’impegno con l’Unicef in qualità di ambasciatore per i bambini della popolazione nativo americana Navajo, fino al ruolo di testimonial di Aism (Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla, presieduta dal premio Nobel Rita Levi Montalcini), incarico per il quale è stato (recentemente) ricevuto al Quirinale dal presidente Giorgio Napolitano.

Senza mai trascurare l’importanza della sfera spirituale, Fortis, molto attratto dall’esoterismo, dai misteri della vita, si sofferma sui suoi incontri con artisti internazionali del calibro di George Martin, produttore dei Beatles, di Paul McCartney, di Wim Wenders e Sting. Racconta i suoi grandi amori a partire dal primo, sbocciato a Diano Marina, la città che considera la sua seconda patria, a quello “proibito” per Alanis Morissette; racconta la sua battaglia in favore dei più deboli, che lo vede spesso occupato in prima linea, la sua incontenibile passione per gli Stati Uniti, dove ha a lungo studiato e vissuto, i suoi “idoli”, da John Lennon a Bruce Springsteen, svelando l’essenza e i valori di un artista talvolta ribelle, che spesso fatica ad adeguarsi alle logiche bislacche che regolano il mercato discografico e facendo emergere una personalità estremamente sensibile e fuori dal coro.

La biografia, narrata con uno stile avvincente e a tratti esilarante, che si coniuga perfettamente alla personalità eclettica di un personaggio unico nel panorama musicale del pop rock italiano, è corredata di un inserto fotografico e di un accattivante videofilm dal titolo È Forse Vita con due brani inediti, Bettyno Potycinoe Buonamore.

Alberto Fortis (Domodossola, 1955) debutta a ventiquattro anni con l’album Alberto Fortis (1979), che contiene i grandi successi Milano e Vincenzo, La sedia di lillà, A voi romani, Il Duomo di notte. Nel 2006, in concomitanza con la partecipazione al reality Music Farm, esce la sua raccolta inedita In Viaggio. Nel 2008 lancia Vai protetto, che raccoglie brani dal vivo, inediti, cover e successi riveduti e corretti. Fortis è anche autore di due libri di poesie: Tributo giapponese (1988) e Dentro il giardino (1994), entrambi editi da Tranchida.

Info: Alberto Fortis People.