Giocare d’anticipo, confrontarsi e lavorare insieme per raggiungere un’intesa prima dell’arrivo della bella stagione, quando le distese di caffè e ristoranti riapriranno e i frequentatori del centro storico animeranno con sempre maggiore intensità le strade della vecchia Reggio.
Il primo obiettivo, quello del confronto, anche serrato, ma improntato al dialogo costruttivo è stato raggiunto ieri sera, nel corso di un incontro fra gli assessori alla Cura della comunità e al Commercio Natalia Maramotti e alla Coesione e sicurezza sociale Franco Corradini, i residenti e gli esercenti delle vie Toschi e San Carlo, fra le strade più frequentate dalla cosiddetta ‘Movida’ reggiana. Invitati e presenti anche i rappresentanti del comitato Vivere in Centro.
“Volevamo giocare d’anticipo – dice l’assessore Maramotti – e possiamo dire che l’anticipo è ‘iniziato’. Motivo dell’incontro era, per cominciare, capire se c’era interesse a procedere nel confronto da parte di residenti ed esercenti per anticipare, non inseguire poi, eventuali temi di convivenza e rispetto reciproco, che potrebbero emergere nel corso nei prossimi mesi. Ebbene, l’interesse è stato evidente, considerati il numero di partecipanti alla riunione e gli interventi, con una buona disponibilità all’ascolto, al rispetto reciproco e alla partecipazione”. “Qualcuno – prosegue l’assessora Maramotti – mi ha fatto notare che ci vuole coraggio a mettere in piedi un ambito di confronto di questo tipo, con realtà e interessi a volte contrapposti, seppur legittimi. Certo, rispondo, il coraggio serve, anzi è necessario in ogni progetto che voglia valorizzare la comunità, che è il nostro bene più importante e condiviso. Il percorso che si è aperto ieri ha l’obiettivo di raggiungere un Patto di convivenza; perciò entro una decina di giorni proporremo le modalità di percorso partecipativo che ci aiuteranno in questa iniziativa”.
“Valuto importante – dice l’assessore Corradini – la volontà di ricercare proposte condivise per una migliore vitalità del centro storico anche a partire da considerazioni e sensibilità differenti. Sicuramente dobbiamo lavorare per favorire atteggiamenti di responsabilità e la nostra preoccupazione, oltre al rispetto delle regole, è anche di evitare comportamenti di maleducazione o di inciviltà. E a questo fine reputo importante la collaborazione tra l’Amministrazione comunale, i residenti, gli esercizi commerciali e gli stessi giovani che animano le vie del centro storico. Con i giovani occorrerà avere un’azione specifica di confronto. In questo senso penso sia possibile definire azioni e proposte fin dalla prossima stagione: da campagne informative fino all’attivazione di persone di ausilio alla convivenza e al rispetto delle regole. Questo è solo un aspetto che il confronto di ieri sera ci ha consegnato. Il lavoro per la vitalità del centro storico abbisogna dell’azione coordinata di più competenze presenti nell’Amministrazione comunale e del protagonismo delle associazioni e dei singoli, oltre che di un costante confronto con la città che sappia valorizzare energie e proposte”.
E’ emerso, prosegue Maramotti, che “nessuno desidera un centro storico blindato, appannaggio dei soli residenti. Neppure i residenti vogliono una città fantasma. La città è di tutti, non appartiene a pochi o a nessuno. Occorre lavorare su scelte di residenzialità e vitalità, perché il centro possa continuare ad essere vivibile per tutti e attrattivo. Dunque, regole chiare di convivenza e controllo perché siano rispettate, a cominciare dagli orari. Ci occuperemo delle strade e dei locali della ‘Movida’, ma non vogliamo limitarci a questo tema, al periodo primavera-estate o al solo fine settimana. E’ nostra intenzione allargare il discorso a tutto l’anno, alle attività commerciali nel loro insieme, a temi per forza di cose convergenti, come la Mobilità. E’ dunque un discorso strategico condiviso, quello che abbiamo messo in cantiere. Con un’attenzione particolare a informare: ho notato disponibilità a partecipare, le cittadine e i cittadini che abbiamo incontrato si sentono parte del tutto; devono anche essere competenti, per essere adeguati nelle opinioni e nelle proposte, per essere critici nel merito delle cose, non in astratto. Perché ciò avvenga, il primo presupposto è che siano informati”.