Il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha annunciato l’invio degli ispettori ministeriali per far luce sulla scarcerazione dell’assassino di Barbara Bellorofonte, denunciata oggi dal padre della ragazza uccisa, Giuseppe, in una lettera al ‘Corriere della Sera’. “Ho immediatamente incaricato i miei ispettori – ha spiegato Alfano al Tg5 – di fare degli accertamenti preliminari per acquisire delle informazioni in tempi rapidissimi e per comprendere subito, già oggi,come è potuto accadere. E dunque ho inviato gli ispettori in via d’urgenza”. Il Guardasigilli ai microfoni del Tg5 ha espresso ”un senso di forte vicinanza ai familiari della ragazza uccisa, al papà che ha scritto questa mattina al Corriere della Sera”. ”A volte l’ossequio formale della legge contrasta fortemente con il senso profondo di giustizia di ciascuno di noi – ha poi aggiunto -. Quando questo accade, qualcosa non va. Verificherò con gli ispettori – ha assicurato Alfano – se la legge è stata rispettata. Se l’ossequio formale alla legge vi è stato, probabilmente occorrerà fare una valutazione approfondita sulla correttezza della legge”.
Nella lettera al ‘Corsera’ il padre della ragazza assassinata dal suo ragazzo nel 2007 a Montepaone (Catanzaro) denuncia: “L’assassino di mia figlia, L.C., era stato condannato a 30 anni, grazie alla riduzione della pena perché processato con il rito abbreviato, oggi dopo soli due anni e mezzo di carcere è stato scarcerato e può ‘girare’ indisturbato per le strade di Soverato”. “E’ successo due anni fa, il 27 febbraio, proprio sotto casa nostra, mentre ci accingevamo a metterci a cena, Barbara era con noi, è passato il suo ragazzo a citofonare e chiedere di lei. E’ scesa e non è più stata con noi. Dei proiettili che il suo assassino le ha scaricato addosso, uno è andato a segno, conficcandosi in testa: Barbara va in coma, viene portata d’urgenza in ospedale e dopo circa un mese di agonia il 20 marzo 2007 è morta”. “Ignoro i motivi che hanno indotto la giustizia italiana a liberare l’omicida, ma quello che mi chiedo da padre, da cittadino, da uomo è se è giusto tutto questo. Se è giusto additare ai nostri giovani questo esempio di comportamento e far capire che in Italia tutto è permesso e possibile, compreso un omicidio, tanto poi si riesce a trovare il modo di essere liberati. Non riesco ad aggiungere altro, non ho più niente da dire, le lacrime io e mia moglie le abbiamo finite da un bel po’, mi resta solo l’amarezza di sapere che l’assassino di mia figlia è libero”.
Fonte: Adnkronos