Intervenendo alla riunione del Coordinamento Nazionale dei Magistrati di sorveglianza che si e’ tenuta nella Sala Conferenze del Consiglio Superiore della Magistratura, il Vice Presidente Nicola Mancino ha auspicato ”la rapida adozione di misure di adeguamento di carattere logistico che, in attesa di soluzioni organiche, possano attenuare l’attuale situazione di disagio dovuta al sovraffollamento delle carceri”. Dopo aver richiamato i principi costituzionali che presiedono all’esecuzione della pena (funzione rieducativa, garanzia dell’inviolabilita’ personale anche nei confronti di chi e’ sottoposto a legittime restrizioni della liberta’, divieto di trattamenti contrari al senso di umanita’) il Vice Presidente del Csm ha sostenuto che ”in tale prospettiva risulta ancora piu’ evidente la gravita’ dell’attuale sovraffollamento delle carceri, che, di fatto, si traduce in un ostacolo all’attuazione del percorso rieducativo dei detenuti e, piu’ in generale, alla realizzazione dei loro diritti fondamentali e, segnatamente, del diritto alla salute”.

 Mancino ha quindi richiamato il programma di interventi necessari per conseguire la realizzazione di nuove infrastrutture penitenziarie e l’aumento della capienza di quelle esistenti presentato recentemente dal Direttore del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e ha sostenuto che ”nell’attesa dell’adeguamento delle strutture detentive, rimane alto l’impegno per assicurare la piena attuazione della normativa vigente anche in tema di misure premiali e di regime di detenzione differenziato previsto dalla legge sull’ordinamento penitenziario”.

Soffermandosi infine sull’applicazione dell’art.41 bis dell’ordinamento che prevede l’adozione di un regime carcerario maggiormente afflittivo in funzione di una piu’ efficace lotta alla criminalita’ organizzata, il Vice Presidente del Csm ha ricordato la delibera del 10 giugno 2009 approvata dal Consiglio che, pur esprimendo parere favorevole alle norme del ”pacchetto sicurezza” in tema di regime carcerario duro, ha evidenziato l’obbligo di ”dare attuazione ai principi affermati dalla Corte Costituzionale e, dunque, a consentire che il regime in oggetto venga applicato conformemente alla Costituzione”.