Gli italiani sono convinti che una donna sarebbe un sindaco migliore rispetto a un uomo, come pure
un migliore segretario di partito, un migliore presidente della Regione, ma a capo del governo e alla presidenza della Repubblica dovrebbe necessariamente esserci un uomo.
Risulta dall’indagine ‘La donna sommersa. Uno studio sulla condizione femminile nella società e nel governo del Paese’, presentato oggi a Milano da Arcidonna.
L’indagine, condotta su tre campioni rappresentativi – popolazione italiana maggiorenne, minorenni di 16 e 17 anni e donne dirigenti – ha posto fra l’altro la domanda: ‘E’ meglio un uomo o una donna?’, chiedendo la risposta su 12 incarichi pubblici. In complesso (uomini, donne, giovani) le risposte hanno premiato il sesso femminile. Infatti, la donna è stata scelta dal 52,5% come capo di un’associazione di volontariato (contro il 6,7% che ha scelto l’uomo), dal 28% come sindaco (contro il 13,6% che ha scelto l’uomo), dal 26,7% come
segretario di un sindacato (19,8% l’uomo), dal 22,1% come Presidente della Camera dei deputati (18,9), dal 21,9% come Presidente della Provincia (16,9), dal 21% come segretario di partito (18,1), dal 19,4% come Presidente della Regione (18,1).
La donna va in minoranza, invece, quando si tratta di scegliere il Presidente del Senato (18,6% contro il 22,4% che ha scelto un
uomo), il capo del Governo (17,3% contro il 32,2), il Presidente della Repubblica (16% contro il 41), il Capo della polizia (15,7 contro il 43,8%) e un generale dell’esercito (6,6% contro 67,2).
Significative differenze si riscontrano se alla domanda rispondono gli uomini, che concedono il primato femminile solo al capo di un’associazione di Volontariato (48,4 contro 5,9%) al Sindaco (20,1 contro 11,2%) e al Presidente della Provincia
(15,4% contro 14,2). Il campione femminile conferma invece (anche se, naturalmente, con percentuali diverse) le risposte del campione misto.