“Non si coglie da parte delle compagnie petrolifere e da parte del Governo la volontà di affrontare i problemi e risolvere la vertenza, per il bene di tutti.” Con queste parole Franco Giberti (foto), presidente provinciale Faib Confesercenti, commenta le motivazioni dello sciopero generale della categoria che porterà i benzinai a chiudere gli impianti il prossimo mercoledì 8 e giovedì 9 luglio.
La decisione di ricorrere allo sciopero generale, previsto per la fine di giugno e poi posticipato a causa dei ballottaggi elettorali, arriva dopo aver più volte constatato la pressoché inesistente volontà dell’industria petrolifera a confrontarsi su alcune questioni aperte ormai da anni. Il mancato adeguamento del “margine pro-litro” dei gestori fermo da oltre 3 anni, l’insistenza di richieste tese alla modifica unilaterale dei contratti di affidamento in uso gratuito, l’atteggiamento di inconcludenza del Ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola e il promesso, ma mai realizzato, intervento finalizzato all’introduzione del bonus fiscale in forma strutturale e per l’anno 2009 non ancora concesso,sui diritti camerali e sull’obbligo inusitato di comunicazione del prezzi praticati sulla rete: sono questi i punti principali sui quali da molto tempo i benzinai chiedono chiarezza e trasparenza, lamentando un sistema ancora molto chiuso e che lascia poco spazio di manovra ai gestori.
In un tale contesto ai gestori non rimane che utilizzare lo sciopero quale unico strumento che è stato lasciato loro per difendere se stessi, il proprio lavoro, la propria attività e allo stesso tempo gli interessi della collettività che ha diritto di interagire con un mercato libero.
“La peculiarità del sistema italiano –spiega Franco Giberti, presidente provinciale FAIB-Confesercenti- sta nel fatto che la rete di distribuzione è caratterizzata da un numero eccessivo di impianti, con un erogato mediamente inferiore della metà e con un grado di selfizzazione molto basso rispetto alla media europea. In Italia inoltre il prezzo risulta mediamente più alto agli altri paesi di circa 3-4 centesimi al litro, contraddizioni che evidenziano il potere dominante delle compagnie petrolifere.”
“Ci vediamo costretti a tornare in piazza –prosegue Giberti- le compagnie petrolifere portano indietro la categoria e Il provvedimento che è stato presentato al Governo, fermo ormai da tempo, contiene molti aspetti per noi fondamentali. Il riconoscimento come lavoro usurante, ampliare le licenze in modo da consentire di avviare attività collaterali all’interno degli impianti per aumentare le entrare del gestore sono alcune importanti innovazioni che giovano sia alla categoria che ai consumatori.”
Come sempre la FAIB-Confesercenti per coinvolgere il maggior numero di gestori e condividere le ragioni dello sciopero ha promosso una serie di incontri che si svolgeranno su tutto il territorio provinciale nei giorni precedenti lo sciopero che si svolgeranno presso le sedi di Confesercenti di Carpi, il 1° luglio, di Vignola, il 2 luglio, di Modena, il 6 luglio, sempre con inizio alle 21.00. Nel corso degli incontri verranno consegnate le locandine e i volantini da esporre nei distributori, e saranno chiarite le motivazioni e le modalità dello sciopero.
“Questo sciopero è per noi un ultimo avvertimento –conclude Giberti- Sappiamo che la nostra agitazione potrà causare disagi ai viaggiatori ma per noi è importante affrontare questi problemi. Non è solo una questione di diritti sindacali o di interessi economici, le compagnie petrolifere hanno una posizione dominante e i gestori sono semplici subordinati. Non si tratta di voler difendere presunti privilegi, quanto piuttosto di una questione di dignità e rispetto del nostro lavoro, al servizio della collettività”.