Il gup di Bologna, Valentina Tecilla, ha disposto il processo per sei presunti terroristi islamici, cinque tunisini e un marocchino, arrestati nell’agosto dell’anno scorso dalla Digos di Bologna perche’ accusati di far parte di Al Qaeda e di fare proselitismo per la Jihad. In realta’ solo cinque di loro, attualmente in carcere, compariranno davanti al giudice perche’ il sesto e’ latitante. Al momento del blitz infatti era nel suo paese. Si tratta dei presunti organizzatori della rete jihadista.
Il pm della Procura felsinea, Luca Tampieri, aveva chiesto il rinvio a giudizio per sedici persone accusate a vario titolo di associazione eversiva con finalita’ di terrorismo e truffa e residenti tra l’Imolese e il Ravennate. Per gli altri dieci, tra cui le mogli di alcuni degli arrestati, c’e’ stato il proscioglimento da tutte le accuse. I cinque rinviati a giudizio, secondo gli inquirenti, sognavano di combattere la Jihad che porta dritti in paradiso. Ma nessun attentato era programmato in Italia o in Ue. Loro si stavano organizzando per andare a combattere in Iraq o Afghanistan. E per questo facevano proselitismo.
Dopo tre anni di indagini, nell’agosto scorso gli agenti hanno eseguito cinque delle sei ordinanze di custodia cautelare in carcere chieste dal pm Tampieri e concesse dal gip Rita Zaccariello.