La Regione Emilia-Romagna valuterà “uno stanziamento integrativo straordinario per il mantenimento e il ripristino dell’idrodinamicità della Sacca di Goro, che sarà esaminato nei mesi imminenti con la legge di assestamento di bilancio, in relazione all’emergenza che sta attraversando l’area”.

A dichiararlo, l’assessore all’Agricoltura, Alessio Mammi, che aggiunge: “Contestualmente, allo scopo di individuare ulteriori fonti di finanziamento a tutela delle imprese di pesca e acquacoltura attiva all’interno della Sacca, e per garantire la sua tutela ambientale, ci siamo già fatti carico di portare questa criticità all’attenzione del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare per verificare la possibilità di utilizzo delle risorse del Programma FEAMPA 2021-2027”. Nell’ultima riunione del Coordinamento tecnico che si è tenuta una settimana fa– prosegue Mammi-, i rappresentanti del Ministero hanno confermato che è possibile utilizzare a tal fine quelle risorse, affidandole tramite bando a soggetti pubblici interessati. In questo modo si creerebbero le condizioni per effettuare una programmazione degli interventi per scongiurare ulteriori criticità. Inoltre- aggiunge l’assessore-, il ripristino dell’idrodinamicità della Sacca di Goro verrà anche finanziato attraverso la Legge Regionale 36/1995, con una programmazione triennale di 200mila euro annui, nel triennio 2023-2025. Lo stato di crisi dell’acquacoltura dovuto al granchio blu rende necessario uno stanziamento integrativo straordinario che sarà esaminato con la legge di assestamento di bilancio, correlato all’emergenza che si sta evidenziando.”

L’intervento della Regione nasce a seguito delle recenti segnalazioni di diversi soggetti del territorio – il comune di Goro, le associazioni che rappresentano le imprese di pesca, il consorzio Con.Uno, gli acquacoltori – che hanno fatto presente la necessità di interventi tempestivi di tipo ambientale per preservare l’equilibrio della Sacca. In particolare è stata sottolineata la necessità dell’apertura della Bocca Secondaria, presso la punta dello Scanno: un intervento fondamentale, poiché rappresenta il varco a mare principale che garantisce il ricambio idrico nella Sacca di Goro, la cui ostruzione rallenta e impedisce la naturale circolazione idraulica, provocando un peggioramento della qualità idrica nella laguna, che combinato all’innalzamento delle temperature della stagione estiva potrebbe provocare crisi anossiche, con effetti di morie generalizzate e conseguenti danni ambientali.

Nel corso del tempo, l’apertura è stata realizzata più volte a spese del consorzio Con.Uno e delle cooperative di acquacoltura. Ma già nel corso del 2024 sono stati fatti interventi limitati, per mancanza di risorse dovute alla crisi provocata dalla proliferazione del granchio blu. Un problema ancora più presente nell’anno in corso. Il progetto di intervento prevederebbe l’asportazione dalla Bocca Secondaria di almeno 70/80.000 metri cubi di materiale sabbioso, per un costo stimato che varia dai 300 ai 450mila euro.