I Carabinieri del Nucleo Radiomobile hanno arrestato un 40enne nigeriano, disoccupato e senza fissa dimora, per resistenza a un pubblico ufficiale e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

È successo nei pressi di Piazza XX Settembre, quando i Carabinieri della Centrale Operativa hanno ricevuto la telefonata di un cittadino preoccupato per l’incolumità dei passanti, che riferiva di aver assistito a una rissa tra soggetti, di cui uno armato di un grosso coltello. Appresa la notizia, i Carabinieri, trovandosi nei paraggi per un controllo del territorio, trattandosi di un’area frequentata da persone dedite a comportamenti illegali, quali lo spaccio di sostanze stupefacenti tali da destare forti turbative all’ordinario svolgimento della vita civile, come evidenziato dall’ordinanza prefettizia dell’ottobre scorso, hanno individuato uno dei tre soggetti all’ingresso del “Giardino Graziella Fava”.

Alla vista dei Carabinieri, l’individuo ha gettato per terra un involucro e li ha minacciati con una mannaia che si era nascosto nella manica del giubbotto, un espediente per celare l’arma agli occhi della gente ed estrarla velocemente in caso di bisogno. Per nulla intimoriti dall’uomo armato, i Carabinieri lo hanno immobilizzato, procedendo al sequestro della mannaia e dell’involucro che aveva gettato per terra, contenente 12,90 grammi di una sostanza stupefacente del tipo hashish.

Ulteriori accertamenti sul conto dell’uomo, 40enne nigeriano, destinatario di un divieto di dimora nella Città metropolitana di Bologna, fino al 2027, hanno consentito di stabilire che lo stesso, giunto in Italia alcuni anni fa e richiedente protezione internazionale, era stato arrestato per rissa e in occasione di altre vicende, era stato deferito a piede libero per resistenza a un pubblico ufficiale, rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale e in materia di sostanze stupefacenti. Su disposizione della Procura della Repubblica di Bologna, il presunto responsabile è stato tradotto nel locale Tribunale Monocratico per essere processato con giudizio direttissimo.