Beatrice Costabile, Maria Laura Colella, Giulia Di Filippo e Antonio Maruca – che hanno conseguito la laurea all’Università di Bologna – sono quattro dei sei nuovi interpreti e traduttori in forza alla Camera dei deputati: è l’esito del concorso bandito per selezionare tre nuove figure per l’inglese, una per il francese, una per lo spagnolo e una per il tedesco.

Beatrice Costabile è la vincitrice di uno dei tre posti per la lingua inglese. Appassionata di lingue straniere sin da bambina, subito dopo la laurea ha iniziato a lavorare come libera professionista, affiancando all’interpretazione la traduzione e l’insegnamento. “Ogni ora libera dal lavoro e tutti i fine settimana, per svariati mesi, sono stati dedicati al concorso – racconta Beatrice – una soddisfazione che capita poche volte nella vita. Sento che è una cornice meravigliosa in cui esercitare la nostra professione, l’idea di lavorare al servizio dell’istituzione democratica più importante del nostro Paese mi permette di sentire profondamente il senso del mio lavoro”.

Diventare interprete di conferenza è sempre stato il sogno di Maria Laura Colella, arrivata prima per il francese. Esperienze in Italia e all’estero caratterizzano la sua carriera di interprete, fino a oggi particolarmente incentrata sul ramo medico. “La laurea magistrale mi ha davvero cambiata, mi ha insegnato la resilienza e la tenacia. Posso dire con certezza che, senza gli anni passati in Unibo, non avrei avuto gli strumenti per superare il concorso alla Camera dei deputati. Adesso, finalmente, posso affermare con orgoglio che tutti i momenti di difficoltà e tutti i sacrifici mi hanno aiutata a crescere e a ottenere questa vittoria. Finalmente posso dire con un grande sorriso che ne è valsa davvero la pena”, commenta Maria Laura.

Il concorso è stato una bella sfida per Giulia Di Filippo, vincitrice per lo spagnolo, che ha un background in traduzione: “spesso in ambito universitario – ma non solo – si dice che l’interprete può anche tradurre, ma il traduttore non può interpretare. Sono felice di essere riuscita a ribaltare questa convinzione comune e di aver imparato un mestiere così enigmatico da arrivare a sfiorare l’arte. Insomma, capire di potercela fare per poi farcela davvero. Auguro a me stessa, e agli ottimi colleghi che mi affiancano in questo nuovo percorso, di avere sempre voglia di imparare, scoprire, mantenere le orecchie tese, gli occhi tersi, le braccia aperte”.

Antonio Maruca, interprete per il tedesco, ha capito di voler fare questo lavoro già a 13 anni durante i viaggi con la famiglia. Da qui è nata la passione per questa lingua, che l’ha affascinato per i suoi suoni. “Il concorso ha previsto diverse prove, scritte e orali. Il livello dei testi da tradurre e dei discorsi da interpretare era particolarmente complesso, ma le tematiche, la velocità dell’eloquio, il grado di approfondimento terminologico potevano essere affrontati grazie a quanto imparato all’Alma Mater. L’avventura appena iniziata è senz’altro avvincente, dato il contesto di prestigio e la compagnia di colleghi entusiasti e motivati. Per il futuro spero di riuscire ad affinare sempre più le mie tecniche, operando in contesti sempre più prestigiosi e con incarichi ancor più di rilievo, magari in giro per il mondo”, sottolinea Antonio.