
ROMA (ITALPRESS) – Il recente decesso, a Roma, di una donna sottoposta a liposuzione, ha riaperto il dibattito sulla sicurezza di questo tipo di interventi.
Skerdi Faria – anestesista, esperto in prevenzione delle infezioni ospedaliere e fondatore della Clinica KEIT di Tirana – spiega che “la sepsi è una complicanza estremamente rara in chirurgia estetica”.
Uno degli elementi critici, evidenzia il medico, “è l’eventuale utilizzo di teli operatori non impermeabili. Durante la liposuzione si impiegano grandi quantità di liquidi. Se i materiali non sono adeguati, i batteri presenti sulla pelle possono migrare nel campo operatorio, aumentando il rischio di contaminazione”, spiega Faria.
Inoltre, il medico sottolinea l’importanza di utilizzare anestetici sicuri e somministrarli correttamente: “La liposuzione è una procedura chirurgica che, come tutte le procedure chirurgiche, può essere associata a complicanze. Le complicanze più comuni includono infezioni, ematomi, seroma e asimmetrie. Le infezioni possono essere superficiali o profonde e possono richiedere un trattamento antibiotico o chirurgico. Gli ematomi possono essere causati da una perdita di sangue durante l’intervento o da una coagulazione anomala. Il seroma è una raccolta di liquido che può formarsi nel sito dell’intervento e può richiedere un drenaggio”.
Inoltre “Le asimmetrie – continua il medico – possono essere causate da una rimozione non uniforme del grasso o da una cicatrizzazione anomala. Per prevenire le complicanze della liposuzione, è importante utilizzare un’anestesia adeguata e una profilassi antibiotica personalizzata, utilizzare un sistema di somministrazione chiuso per i farmaci anestetici, monitorare il paziente per eventuali reazioni avverse agli antibiotici e aggiustare la terapia di conseguenza, utilizzare una tecnica chirurgica precisa e uniforme per ridurre il rischio di asimmetrie e fornire al paziente istruzioni chiare e precise per la cura post-operatoria e il follow-up”.
Il medico ricorda ancora che, “secondo le linee guida dei CDC di Atlanta, la liposuzione è classificata come intervento chirurgico ‘pulitò: le incisioni sono piccole (3-5 mm) e il rischio di infezioni sistemiche è molto basso. Eventuali infezioni sono perlopiù superficiali e facilmente gestibili, se l’assistenza post-operatoria è corretta”. Per tale motivo “un evento tragico deve rappresentare un’opportunità per migliorare i protocolli clinici, formare meglio il personale e garantire il massimo livello di sicurezza per i pazienti“.
Faria ricorda che “Per prevenire complicanze gravi servono protocolli precisi, strutture adeguate e personale formato. Non esistono scorciatoie”. Ogni clinica, evidenzia, “dovrebbe garantire alcune misure fondamentali: sale operatorie sterili, strumenti monouso o correttamente sterilizzati, dispositivi impermeabili, una profilassi antibiotica mirata e un monitoraggio post-operatorio attento e continuativo”. Perchè “sono proprio questi che fanno la differenza tra un intervento sicuro e un potenziale rischio. E’ su questi principi che si basa il protocollo quotidiano della Clinica KEIT. Ogni sala operatoria viene sanificata dopo ogni utilizzo con pulizie terminali giornaliere e trattamenti antibatterici settimanali. I prodotti impiegati sono certificati contro batteri, virus e funghi. L’ambiente operatorio è costantemente sotto controllo”.
Oltre alle pratiche cliniche quotidiane, Faria sottolinea l’importanza di alzare continuamente gli standard attraverso la formazione continua, la revisione dei protocolli e verifiche interne regolari: “Applicare correttamente una procedura non basta. Serve una vera cultura della sicurezza che coinvolga ogni membro dello staff, dal chirurgo all’infermiere”, conclude.
– foto ufficio stampa Keit –
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