Prima delle Radici – un momento della residenza artistica

Un albero, prima ancora delle sue radici, ha bisogno di ascolto. Sabato 12 aprile alle 21, a OvestLab, all’interno della prima edizione di Alberi Festival, debutta “Prima delle Radici”, un’opera multimediale site-specific che apre ufficialmente la nuova stagione di produzioni originali promosse dal Centro Musica di Modena.

In programma tra aprile e settembre 2025, cinque appuntamenti speciali – tutti nati da residenze artistiche – abiteranno altrettanti festival modenesi, portando in scena il meglio della ricerca sonora, visiva e performativa contemporanea. Una costellazione di eventi che accende i riflettori su Modena come Città Creativa Unesco per le Media Arts, capace di coniugare sperimentazione e territorio, giovani talenti e istituzioni culturali, linguaggi dell’arte e urgenze del presente.

Protagonista del primo appuntamento, “Prima delle Radici” è il frutto della residenza Sonitus 2024. Sotto la cura sapiente del compositore e sound designer Giuseppe Cordaro, l’opera coinvolge il sound artist Fabio Perletta, il percussionista Enrico Malatesta, il video artist Domenico Morreale, e i musicisti Hernan Paulitti e Dominic Sambucco. Insieme, indagano l’invisibile: suoni che si generano sotto terra, nei funghi, nei sistemi interconnessi della natura. Un viaggio sensoriale e scientifico che immagina un nuovo linguaggio musicale ispirato al comportamento del mondo vegetale, dove il suono si fa eco di connessioni invisibili, vibrazioni vitali, strutture interdipendenti.

Questa prima performance non è che l’inizio di un percorso, scandito da una serie di festival cittadini. Il 13 maggio al Teatro delle Passion sarà il turno di “Acquatico” per il festival L’Altro Suono, un omaggio alla potenza fluida dell’acqua; il 20 giugno la sonorizzazione dal vivo del film muto “Sherlock Jr” aprirà la 30ª edizione della Festa della Musica; il 20 settembre FestivalFilosofia accoglierà il debutto della seconda sonorizzazione 2025 di Soundtracks con il film “L’uomo che ride” di Paul Leni (1928), sotto la direzione di Whitemary; mentre il DIG Festival, sempre a settembre, chiuderà il ciclo con un’opera sul tema urgente della sorveglianza tecnologica, nata dalla residenza “The Watched World”.

Cinque produzioni, cinque linguaggi, cinque occasioni per ascoltare il presente e immaginare il futuro. Con queste nuove residenze artistiche, il Centro Musica di Modena rafforza il suo ruolo di polo regionale per la produzione culturale, rinnovando l’identità multiforme di una Modena che crea, accoglie e racconta storie attraverso le arti.