Formazione, divulgazione, ricerca. Sono i cardini dell’Accordo Quadro che vedrà Regione Emilia-Romagna e Università di Bologna collaborare insieme sulle tematiche della previsione, prevenzione e mitigazione del rischio naturale, in particolare della difesa e messa in sicurezza del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico. Temi sui quali a Faenza (RA) è prevista intanto un’iniziativa di Alta Formazione per i laureati di secondo livello dal 3 al 16 aprile 2025, organizzata dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali – DICAM, con alcune giornate aperte ai professionisti (il 3-4-10-11 aprile) gestite in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Ravenna.
Quanto all’Accordo Quadro, il punto di partenza è il cambiamento climatico in atto e le sue manifestazioni, a partire da quelle più estreme: in Emilia-Romagna, così come in altre aree, ha significato precipitazioni straordinarie, a più riprese, che dovrebbero cadere in più mesi. È accaduto a maggio 2023, nell’autunno 2024, a marzo 2025, causando esondazioni, frane, e dunque danni a territori, edifici, infrastrutture, persone. Non più eventi eccezionali ma, purtroppo, destinati a ripetersi, e che richiedono pertanto azioni strategiche e urgenti, con il coinvolgimento di più soggetti.
“Dopo tutto quello che è successo e che abbiamo visto, di una cosa siamo convinti: da soli non si va da nessuna parte. Ed è per questo che vogliamo collaborare con tutti gli attori e le istituzioni coinvolte in questa partita così difficile, a iniziare dal Governo- ha commentato il presidente della Regione, Michele de Pascale, durante la presentazione dell’Accordo-. Desidero ringraziare l’Università di Bologna, per questo ‘patto’: abbiamo l’assoluta certezza che l’Ateneo metterà in campo tutte le sue forze e capacità per fare formazione, divulgazione e ricerca. Come Regione, faremo la nostra parte per rendere l’Emilia-Romagna una terra più sicura e resiliente”.
“La rapida evoluzione della crisi climatica e la vulnerabilità dei nostri territori ai rischi naturali richiedono nuove strategie e nuove risposte- ha aggiunto il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari-. L’Ateneo di Bologna è un centro di eccellenza riconosciuto a livello internazionale sulle tematiche della previsione, prevenzione e protezione dai rischi naturali. Con queste iniziative, l’Ateneo di Bologna metterà più di prima le sue competenze al servizio del territorio, per la protezione delle nostre comunità e delle attività economiche dalle conseguenze del cambiamento climatico”.
“Il cambiamento climatico richiama ancora di più la necessità e l’urgenza di proteggere il nostro territorio dai rischi naturali- ha sottolineato il direttore DICAM, Valerio Cozzani-. Il nostro dipartimento ha la responsabilità di formare una nuova generazione di professionisti, consapevoli dell’importanza del rischio naturale e capaci di progettare opere di protezione resilienti anche alle conseguenze del cambiamento climatico. Anche attraverso questo accordo ci impegneremo sempre di più per promuovere attività di formazione e iniziative per ‘mettere a terra’ nuove soluzioni in collaborazione con le amministrazioni e le comunità locali”.
L’Accordo, in sintesi
La Regione Emilia-Romagna e l’Università di Bologna intendono instaurare un rapporto di collaborazione continua attraverso uno scambio costante di informazioni e dati, condivisione delle competenze e delle risorse necessarie alla progettazione e attuazione di iniziative di alta formazione e formazione continua, di divulgazione, di studio e di ricerca. Le tematiche sono la previsione, la prevenzione e la mitigazione dei rischi naturali, nonché degli impatti diretti dei rischi naturali sulle attività agricole, industriali e sulle infrastrutture critiche per il trasporto, l’energia e l’approvvigionamento idrico.
Nello specifico, Regione e Università di Bologna collaboreranno attraverso la progettazione e l’erogazione di iniziative di formazione di interesse comune sui temi dell’Accordo. È prevista la partecipazione del personale della Regione a iniziative di formazione promosse dall’Università e finalizzate alla formazione di studenti e laureati particolarmente qualificati in campi attinenti all’oggetto dell’Accordo, anche mediante la sperimentazione di nuove modalità didattiche supportate da attrezzature e servizi logistici specifici e attraverso attività di tirocinio e tesi.
Altro aspetto importante è il “far sapere”, far conoscere: l’Accordo prevede infatti la progettazione e l’erogazione di iniziative di divulgazione sulle tematiche della prevenzione e della mitigazione del rischio naturale.
Verranno inoltre promosse attività di studio e ricerca sulle tematiche dell’Accordo, con particolare riferimento alla previsione dei rischi naturali, nello specifico del rischio idrogeologico, anche in relazione al cambiamento climatico. Non solo: prevenzione e mitigazione dei rischi naturali anche attraverso lo studio e l’analisi di strategie e opere di difesa, analisi degli impatti indiretti dei rischi naturali sulle attività agricole e industriali, e sulle infrastrutture critiche con particolare riferimento alle infrastrutture energetiche, per il trasporto e per l’approvvigionamento idrico.
Infine, è prevista la partecipazione congiunta a progetti nazionali, europei e internazionali di ricerca e/o formazione.
Per la programmazione delle attività dell’Accordo, verrà istituito un Comitato di Indirizzo, composto da sei membri, di cui tre nominati dalla Regione e tre dall’Università. Il Comitato si riunirà con cadenza annuale; l’Accordo sarà valido ed efficace, dalla data dalla sua sottoscrizione, per tre anni.
R2R – RESILIENT2RISK: a Faenza i giorni dell’Alta Formazione
Una iniziativa di Alta Formazione promossa dal Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica Ambientale e dei Materiali (DICAM) dell’Università di Bologna, con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna. È R2R – RESILIENT2RISK, che intende contribuire alla formazione di professionalità in grado di promuovere una gestione resiliente del territorio soggetto a rischi naturali, privilegiando un approccio interdisciplinare. Le tematiche principali che verranno affrontate riguardano gli estremi idrologici e il rischio idraulico, il rischio idrogeologico associato sia ai sistemi arginali che agli eventi franosi, il rischio sismico, il monitoraggio del territorio e la pianificazione territoriale in relazione ai rischi naturali, l’analisi di ricadute e impatti sui sistemi di trasporto e sui settori forestale, agricolo, industriale.
L’iniziativa si svolgerà nel centro formativo Faventia Sales, a Faenza (RA), il 3-4 aprile, il 7-11 aprile e il 14-16 aprile 2025. È rivolta a laureati di secondo livello in possesso di fondamenti sulle tematiche di rischio idraulico, rischio idrogeologico e rischio sismico, fino a un numero massimo di 30 persone. Le giornate del 3-4-10-11 aprile sono aperte anche ai professionisti del settore iscritti all’Ordine degli Ingegneri, all’Ordine dei Geologi e al Collegio dei Geometri, per i quali è previsto il riconoscimento di crediti formativi professionali. Le iscrizioni sono aperte fino al 31 marzo.
L’iniziativa è erogata in collaborazione con l’Ordine degli Ingegneri di Ravenna e Faventia Sales ed è cofinanziata dal Partenariato Esteso PNRR RETURN. Oltre al patrocinio della Regione Emilia-Romagna, l’iniziativa ha ricevuto il patrocinio anche dal Comune di Faenza, dall’Ordine dei Geologi dell’Emilia-Romagna e dalla Fondazione Flaminia.
Il programma è disponibile all’indirizzo Gestione dei Rischi Naturali per un Territorio Resiliente – RESILIENT2RISK