“Cosa ci hanno insegnato le piene del Po? A 25 anni dalla piena del 2000”: questo il titolo del seminario tecnico-scientifico promosso da AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), Autorità di bacino distrettuale del fiume Po e Università di Parma che si è svolto stamattina presso il Campus Scienze e Tecnologie dell’Università di Parma.
Il seminario è stato organizzato nel 25° della grande piena del Po del 2000 ed è stata l’occasione per illustrare una pubblicazione sulle piene del Grande Fiume curata dal geom. Lino Coratza, già dipendente del Magistrato per il Po (ora AIPo).
Dopo i saluti di Gianpaolo Bottacin, Assessore all’Ambiente e Protezione civile della Regione Veneto e Presidente del Comitato di indirizzo AIPo, e di Michele De Pascale, Presidente della Regione Emilia-Romagna, sono intervenuti Paolo Martelli, Rettore dell’Università di Parma, Alessandro Bratti e Andrea Colombo Segretario generale e dirigente dell’ Autorità di bacino distrettuale fiume Po, il Gianluca Zanichelli, Mirella Vergnani, Marco La Veglia, Massimo Gioana, Remo Passoni e Alberto Agnetti di AIPo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), Paolo Mignosa dell’ Università di Parma, Elisa Comune di ARPAE, Lino Coratza, già funzionario del Magispo.
Nel suo saluto l’Assessore e Presidente AIPo Gianpaolo Bottacinha sottolineato l’importanza del lavoro svolto dalle strutture tecniche al fine di fornire gli elementi indispensabili per assumere le strategie e le decisioni più corrette da parte dei livelli politico-amministrativi. Rispetto al 2000 i sistemi di previsione e monitoraggio hanno avuto un notevole sviluppo, ma occorre proseguire nelle attività di prevenzione e nelle opere di protezione.
Il Presidente Michele De Pascale ha evidenziato come nelterritorio della regione Emilia-Romagna la gestione delle acque sia da sempre un tema fondamentale. Come dimostrato anche dalle alluvioni degli ultimi anni, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico – ha affermato – deve diventare una priorità nazionale, con la programmazione di adeguati finanziamenti.
Per Paolo Martelli, Rettore dell’Università di Parma, la collaborazione tra ricerca universitaria e lavoro degli enti tecnici è estremamente importante, sia per capire come incrementare la sicurezza dai fenomeni alluvionali, sia per affrontare i periodi siccità, in un contesto di conclamato cambiamento climatico.
Il segretario generale AdbPo Alessandro Bratti ha affermato che gli odierni quadri conoscitivi tecnico-idraulici ci consentono di comprendere innanzitutto dove intervenire e quali siano le opere strategiche più efficaci; questo monitoraggio costante del bacino idrografico del Po e dei suoi affluenti, unitamente alla modellistica avanzata, permette una proficua prevenzione sia in fase di pianificazione che di realizzazione delle opere più adeguate di mitigazione del rischio”.
Gianluca Zanichelli (Direttore AIPo) e gli altri ingegneri dell’Agenzia hanno proposto un excursus sulla piena del 2000, una delle più ingenti mai accadute lungo il Po, che fu contenuta in gran parte dell’asta fluviale grazie al notevole impegno di tutti gli apparati tecnici dei vari enti e grazie all’aiuto di molti volontari. Da allora si sono sviluppati nuovi e sempre più affidabili sistemi di conoscenza e di previsione, anche se l’incertezza non può mai essere del tutto azzerata. Molto importante, oltre che le conoscenze tecnico-scientifiche, è l’esperienza sul campo, che risulta comunque fondamentale per assumere le decisioni più corrette in corso di evento. I funzionari del servizio di piena AIPo hanno messo in luce la fondamentale attività di previsione che vede tutti gli enti preposti collaborare al fine di condividere e diffondere sul territorio gli scenari attesi, sulla base delle rilevazioni dei sensori e alle elaborazioni di sofisticati sistemi di modellistica.
Il professor Paolo Mignosa (Università di Parma) ha mostrato come sulla base di studi a scala europea, le piene del Po attualmente definite con tempo di ritorno di 100 anni – quindi molto pericolose – potrebbero verificarsi con tempi dimezzati, cioè ogni 50 anni. Ciò richiede un’attenta riflessione su quali siano le azioni più opportune da mettere in campo, considerato che non è più possibile alzare ulteriormente gli argini in modo generalizzato; per questo va considerata la possibilità di individuare aree allagabili.
Andrea Colombo dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha ricordato che non solo il Po ma anche molti affluenti rappresentano un fattore di rischio, come dimostrato dalle molte rotture arginali degli ultimi decenni su fiumi del bacino. Negli ultimi 25 anni la quantità di dati conoscitivi sul territorio è enormemente aumentata e questo aiuta a una sempre migliore pianificazione. Anche se complesso e delicato, è importante iniziare ad approfondire anche il tema di possibili aree adibite alla tracimazione controllata.
Elisa Comune di ARPAE ha illustrato l’articolato sistema di acquisizione e rielaborazione dei dati (meteo, neve, pioggia, livelli dei fiumi, portate) che consentono con tempistiche sempre più ravvicinate di poter fornire previsioni su quanto sta accadendo e probabilmente accadrà quando inizia a svilupparsi un evento critico. Assieme all’ulteriore sviluppo delle tecnologie e delle conoscenze, La messa a sistema di tutte le reti disponibili e il continuo interscambio di informazioni sono uno degli aspetti fondamentali per gestire al meglio possibile le situazioni emergenziali.
Lino Coratza ha ricordato il suo impegno professionale a servizio della sicurezza idraulica, iniziato nel 1963 nel Genio Civile e proseguito al Magistrato per il Po. L’ex funzionario, in pensione da diversi anni, ha illustrato in sintesi la pubblicazione che ha voluto curare, raccogliendo moltissime informazioni utili sulle caratteristiche delle diverse piene del Po e corredandole con una mappa esplicativa. Alla fine del suo intervento, i numerosi partecipanti all’incontro gli hanno tributato un lungo e caloroso applauso, segno eloquente di stima e gratitudine per la passione e la dedizione dimostrata in decenni di attività e che continuano anche oggi.