“Quanto è successo nelle ultime due settimane al Barozzi è senza alcun dubbio molto grave. L’errore da non commettere, a maggior ragione, è però quello di perdere di vista la pesante escalation di manifestazioni aggressive e violente che sta toccando in modo diffuso nel territorio i ragazzi, le loro famiglie e i lavoratori della scuola. La cronaca è lì a dimostrare che abbiamo il dovere di riflettere come comunità su questo fenomeno in espansione”.

Così il segretario generale di Cisl Scuola Emilia Centrale, Carmelo Randazzo, interviene sul nuovo raid con lo spray al peperoncino – il secondo in una settimana – che il 24 marzo ha intossicato 20 persone e portato all’evacuazione della scuola di viale Monte Kosica.

Quanto è successo al Barozzi è allucinante, non meno di quanto accade all’autostazione delle corriere nel cuore di Modena, che ha visto il Comune schierare lo spazio della Tenda come rifugio per gli studenti. Una misura encomiabile per un problema che va affrontato, però, a monte e con coraggio.

“Non si contano le storie di aggressioni, intolleranza, intimidazioni, tutto quello che forse troppo frettolosamente archiviamo alla voce ‘baby gang’, fenomeno sociale contro il quale i docenti e tutti i professionisti della scuola fanno un lavoro di educazione e di prevenzione enorme ma che, evidentemente, ora ha bisogno di saldarsi con uno schema d’azione elaborato a 360° – prosegue il sindacato –. Ecco perché crediamo sia essenziale non lasciare sola la Comunità delle scuole modenesi. La scuola non è un mondo a parte, sganciato dal resto della società. Non possiamo pensare, seriamente, che la scuola possa agire da sola, risolvendo il problema sociale e culturale della violenza e del bullismo che ha radici profonde e che tocca tutti. Nessuno escluso”.

Per questo il leader di Cisl Scuola Emilia Centrale propone “di riunire urgentemente un coordinamento, un’alleanza per la scuola modenese capace di costruire un canale potente di comunicazione tra l’Istituzione scolastica nel suo insieme (a cominciare dall’Ufficio scolastico provinciale), le organizzazioni sindacali di categoria e confederali, le forze dell’ordine e le competenze istituzionali e sociali rappresentate dai Comuni più coinvolti dalle storie di violenza, dalla Provincia, dalla Prefettura e dal Tribunale di Modena. Senza dimenticare, nel modo più assoluto, le organizzazioni studentesche degli Istituti in prima linea, le rappresentanze dei genitori e il mondo del terzo settore, che spesso affronta la stessa complessità che i docenti si trovano dinanzi in classe. Il modo migliore per procedere potrebbe essere quello di iniziare da una grande assemblea pubblica per conoscere le storie della scuola, le sue necessità ed elaborare la cornice di un intervento progressivo e condiviso”.

Cisl Scuola Emilia Centrale sottolinea che questo non vuole essere un diktat ma, piuttosto, una proposta per dotarsi della bussola necessaria a prendere coscienza di un fenomeno inaccettabile e farlo insieme, “non per costruire la soluzione magica che non esiste ma per condividere un metodo di lavoro e di intervento. Lo facciamo come professionisti innamorati della scuola e come cittadini che non accettano che le generazioni più giovani debbano rassegnarsi a convivere con l’inciviltà e la paura della violenza”, chiosa Randazzo.