In occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi il 28 marzo, l’Associazione Progetto Endometriosi (A.P.E.) traccia un bilancio importante del suo ventennale percorso di sensibilizzazione e supporto. Nata nel 2005, l’associazione ha sviluppato un percorso significativo nella lotta contro questa patologia che colpisce milioni di donne in tutto il mondo.

Nei suoi 20 anni di attività, A.P.E. ha realizzato 13 corsi di formazione rivolti a medici, ginecologi e operatori sanitari, interamente finanziati grazie ai fondi del 5 per Mille. Un impegno concreto per migliorare la comprensione e la diagnosi precoce di una condizione che ancora oggi rappresenta un enigma per molti professionisti della salute.

La presidente Annalisa Frassineti sottolinea l’importanza del lavoro svolto: «Da vent’anni l’A.P.E. è al fianco delle donne che convivono con l’endometriosi. Abbiamo fatto passi da gigante nella sensibilizzazione, nella formazione dei medici e nel supporto alle pazienti, ma il nostro lavoro non è ancora finito. Troppe donne ricevono una diagnosi tardiva, troppe soffrono in silenzio senza risposte adeguate. In questa Giornata Mondiale vogliamo ribadire che stare male non è normale. Chiediamo maggiore attenzione alla ricerca, più formazione per i professionisti sanitari e un concreto supporto alle pazienti. Il nostro impegno continua, perché ogni donna merita ascolto, cura e rispetto».

Negli ultimi mesi, A.P.E. ha anche intensificato la formazione per i farmacisti, con corsi mirati a migliorare la comprensione dell’endometriosi. Questi corsi mirano a ridurre il ritardo diagnostico e a migliorare le cure offerte alle pazienti affette da endometriosi.

L’endometriosi rappresenta ancora oggi un problema complesso sul fronte dei diritti e dell’assistenza sanitaria. Nonostante l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), la condizione rimane sottovalutata, specialmente per quanto riguarda il riconoscimento dell’invalidità civile e la tutela nel mondo del lavoro.

Le donne con endometriosi frequentemente si scontrano con significative barriere occupazionali. I datori di lavoro tendono a ignorare le legittime richieste di adattamenti lavorativi, come il telelavoro, anche quando supportate da documentazione medica ufficiale. Questo atteggiamento alimenta un clima di discriminazione e mancato riconoscimento delle difficoltà reali vissute da queste pazienti.

La vice-presidente Jessica Fiorini aggiunge: «Sul versante sanitario, emerge una forte disparità territoriale. La disponibilità di centri specializzati e percorsi diagnostico-terapeutici varia sensibilmente tra le diverse regioni italiane. Le zone settentrionali, ad esempio, mostrano tassi di ricovero per endometriosi significativamente più elevati rispetto ad altre aree del Paese. Tali differenze evidenziano un’urgente necessità di standardizzazione a livello nazionale. L’obiettivo deve essere garantire un accesso omogeneo a diagnosi precoci e trattamenti adeguati, indipendentemente dalla regione di residenza, assicurando così un’effettiva tutela della salute femminile».

A.P.E. ha promosso anche progetti nelle scuole, formando le nuove generazioni perché comprendano l’importanza della salute femminile e del riconoscimento precoce dei sintomi.

L’endometriosi continua a essere una sfida complessa: in Italia sono oltre 3 milioni le donne colpite, con una media di circa 10 anni necessari per ottenere una diagnosi definitiva. Numeri che raccontano non solo una condizione medica, ma un percorso di sofferenza e incomprensione che A.P.E. si impegna a trasformare in consapevolezza e supporto concreto.

L’impegno dell’associazione prosegue con determinazione, con l’obiettivo di ridurre il ritardo diagnostico e migliorare la qualità di vita delle donne che convivono con questa condizione. Un lavoro capillare che passa attraverso la formazione, la ricerca e la sensibilizzazione, per restituire voce e dignità a migliaia di storie personali troppo spesso nascoste.

 

Cos’è l’endometriosi? L’endometriosi è una malattia infiammatoria cronica che colpisce in Italia circa il 10% della popolazione femminile in età fertile, anche se i dati sono estremamente parziali e probabilmente sottostimati. I sintomi più diffusi sono: forti dolori mestruali ed in concomitanza dell’ovulazione, cistiti ricorrenti, irregolarità intestinale, pesantezza al basso ventre, dolori ai rapporti sessuali, infertilità nel 35% dei casi. Per una malattia di cui non si conoscono ancora le cause, per la quale non esistono cure definitive né percorsi medici di prevenzione, per limitare i danni che l’endometriosi provoca, è fondamentale fare informazione per creare consapevolezza! 

L’A.P.E. è una realtà nazionale che da 20 anni informa sull’endometriosi, nella consapevolezza che l’informazione sia l’unica prevenzione ad oggi possibile. 

Sul sito dell’APE – www.apendometriosi.it – ci sono tutte le informazioni utili e i progetti per aiutare concretamente le donne affette da endometriosi e per entrare a far parte della rete nazionale.