“Ero tanto piccola quanto indifesa. Un giorno come gli altri mi sono trovata dall’essere libera e spensierata come un leone della Savana, all’essere rinchiusa in gabbia, o dietro una vetrata dello zoo, tra il filo spinato ed il mondo che continuava a ruotare”. Questo è l’incipit del volume dal titolo Ciò che non si vede, scritto da Gianpiero Domenico Camelia, Rosaria “Sara” Enea e Calogero Gulotta, tre ragazzi con un grande bagaglio di esperienza della vita, a dispetto della loro giovane età, presentato questo pomeriggio presso il Policlinico di Modena.

Il volume racconta la storia di Sara è un percorso di crescita per i tre autori nella consapevolezza della loro amicizia e di come superare la malattia per, come è scritto nell’ultima pagina, “Metabolizzare il trauma di un’infanzia che è finita nel peggiore dei modi ma che ti ha dato la dimostrazione che nella vita, si può ricominciare. Anche senza due pezzi di cuore”.

All’incontro, organizzato e moderato dal Servizio Comunicazione e Informazione dell’AOU di Modena, erano presenti, oltre agli autori, Il Direttore Generale dell’AOU di Modena, Ing. Luca Baldino, il Direttore del Dipartimento Materno Infantile, dott. Pier Luca Ceccarelli, il Direttore di Pediatria e di Oncoematologia Pediatrica, prof. Lorenzo Iughetti, il Direttore della Psicologia Ospedaliera, dottoressa Marisa Pugliese, il Presidente di ASEOP, Erio Bagni e Monica Cellini, già medico dell’Oncoematologia Pediatrica del Policlinico che ha seguito sia Gianpiero che Sara.

Gianpiero, 28 anni, si occupa di comunicazione e ha già al suo attivo alcune pubblicazioni. Calogero, 27 anni, lavora per l’azienda di famiglia. Rosaria “Sara”, 17 anni, studia al Liceo Sigonio. Nel 2010, Gianpiero è stato ricoverato in Oncoematologia Pediatrica al Policlinico. Una storia simile è quella di Sara, che però risale al 2018. Gianpiero e Sara si sono conosciuti grazie a Calogero, cugino di Sara e amico di Gianpiero. Insieme hanno intrapreso un percorso in cui la scrittura della storia di Sara ha consentito loro di crescere insieme e cementare una grande amicizia.

Ero una bambina felice, piena di emozioni, con il sorriso a trentadue denti stampato sul volto” così scrive Sara nell’incipit del libro. Una ragazzina socievole che la vita aveva già temprato a dovere prima che la malattia si manifestasse in contemporanea con quella della madre che, purtroppo, non ce l’ha fatta. Da quella esperienza Sara è uscita con una terribile corazza, chiusa al mondo, lei che un tempo era socievole e aperta. Il lavoro con Calogero e Gianpietro ha consentito a Sara di abbandonare al sua corazza e riaprirsi al mondo. È stato un percorso lungo e complesso, dove la scrittura è servita a tutti e tre gli autori per lottare contro le proprie paure e difficoltà.

Ora gli autori hanno pubblicato la storia del loro viaggio insieme perché la loro vicenda possa essere di aiuto a tutti coloro che hanno paura di non farcela. Un libro, del resto, è un viaggio che prima un autore fa per sé stesso, poi lo consegna ai lettori perché lo facciano proprio…