Sono almeno 6 gli episodi, verificatisi reiteratamente in un anno (a partire dall’ottobre 2023, all’ottobre 2024), e al vaglio dagli inquirenti con indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, per i quali i militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Gualtieri, con il supporto del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale (N.I.P.A.A.F.) di Reggio Emilia, hanno deferito all’autorità giudiziaria il titolare di un’azienda con sede legale e operativa a Gualtieri, congiuntamente ad un dipendente autista, per le ipotesi di reato di scarico abusivo di acque reflue industriali e smaltimento illecito di rifiuti liquidi pericolosi e non pericolosi, oltre al ben più grave delitto di inquinamento ambientale.
L’impresa di spurgo e pulizia di fognature, infatti, avrebbe esercitato la propria attività imprenditoriale in violazione della legge, riversando in rete fognaria anche liquami e rifiuti liquidi contenenti sostanze di origine industriale di diverso genere, tra cui reflui biancastri di origine ignota, da ritenersi pericolosi in assenza di tracciabilità, e liquidi ricchi di sostanze grasse ed oleose, risultati, da accertamenti analitici, privi di pericolosità ma caratterizzati da valori molto elevati di SST (solidi sospesi totali), COD (richiesta chimica di ossigeno), BOD (richiesta biologica di ossigeno) e fosforo, tali da causare periodici problemi all’efficienza del sistema di depurazione civile a valle del sito.
L’immissione di alcuni reflui nella rete fognaria civile da parte dell’azienda avrebbe infatti causato reiterati malfunzionamenti e difficoltà operative al depuratore civile “Guastalla Sud”, gestito da Iren Acqua Reggio S.r.l., i cui tecnici, nominati ausiliari di polizia giudiziaria nel corso delle operazioni, hanno fornito prezioso supporto agli investigatori per il prelievo di campioni e la verifica di pozzetti ed allacci presenti all’interno delle strutture perquisite.
Tra i fatti oggetto di indagine, risulterebbe riconducibile proprio all’azienda indagata la causazione di un episodio che ha destato notevole clamore e preoccupazione nell’ottobre 2023, in occasione del quale le acque del Dugale Grande e dei fossi della campagna guastallese hanno assunto una anomala colorazione di un turchese intenso, fenomeno estesosi, nei giorni successivi allo scarico, fino alla provincia di Mantova, con grande apprensione della collettività.
Su decreto emesso del G.I.P., dott. Andrea Rat, la polizia giudiziaria ha realizzato il sequestro delle autobotti utilizzate dall’azienda di spurghi per lo smaltimento illecito di rifiuti liquidi mediante l’immissione nella rete fognaria: in un caso, lo svuotamento del contenuto dell’autobotte aziendale sarebbe addirittura avvenuta in pieno giorno all’interno di un tombino posizionato lungo una strada pubblica.
Oltre ai veicoli aziendali, sono stati posti in sequestro dalla polizia giudiziaria anche i luoghi adibiti ad autorimessa/magazzino dell’azienda e l’annessa area cortiliva, dove gli inquirenti, nel corso della perquisizione delegata dal P.M., hanno rinvenuto la presenza di caditoie con tubature ed allacci abusivi alla rete fognatura comunale, oltre a due cisterne illecitamente adibite allo stoccaggio di rifiuti liquidi ed una vasca interrata, dotata di pompa di sollevamento per lo scarico dei reflui in fognatura.
La copiosa documentazione amministrativa e fiscale dell’azienda acquisita presso la sede dell’impresa si trova ora al vaglio degli investigatori, per ulteriori accertamenti in merito ai reati contestati.
Si osserva come l’esercizio di attività imprenditoriali in violazione delle norme poste a tutela dell’ambiente possa rappresentare una seria fonte di danno alla collettività: nel caso in analisi, il drastico impatto degli scarichi illeciti sull’efficacia operativa del depuratore si è tradotto sia in un danno economico, dovuto alla ripetuta necessità di procedere al rapido ripristino dell’efficienza del sistema, sia nella compromissione significativa e misurabile delle acque.