Farà tappa mercoledì 19 marzo a Reggio Emilia la “Marcia dei bruchi”, l’iniziativa di pace che ogni anno percorre i territori di una regione d’Italia coinvolgendo centinaia di scuole e migliaia di studenti e giovani, creando momenti di confronto sul tema dei diritti umani, della giustizia, della nonviolenza e della pace e temi molto cari alle nuove generazioni come ad esempio: la lotta contro i cambiamenti climatici, la salvaguardia del nostro pianeta, il consumo critico e sostenibile, l’ordine mondiale che cambia. Dopo Trentino-Alto Adige nel 2022, Puglia (2023) e Piemonte (2024) quest’anno la “Marcia dei bruchi” si tiene infatti in Emilia-Romagna, dove è partita da Piacenza il 6 marzo scorso per concludersi il 16 aprile a Bologna.

La tappa reggiana del 19 marzo è promossa in collaborazione con il circolo Arci Fenulli e – grazie all’ordine del giorno promosso dal gruppo consiliare Pd, primo firmatario Federico Macchi – si avvale del patrocinio del Comune di Reggio, che ha anche invitato le scuole ad aderire. Dopo il ritrovo alle 9 in piazza della Vittoria, il colorato serpentone partirà alle 9.30 per raggiungere alle 11 il Municipio in piazza Prampolini dopo aver percorso piazza Gioberti, la via Emilia Santo Stefano e piazza del Monte. Il tema della giornata del 19 marzo sarà “La Cura”, intesa come cura della propria comunità, dei diritti e della coesione sociale, cura di ogni altra comunità per la pace e la solidarietà internazionale e cura del proprio ambiente.

Nata nel 2020 l’iniziativa è promossa da John Mpaliza, noto come “peace walking man”, un attivista per i diritti umani e marciatore per la pace italo-congolese molto conosciuto a Reggio Emilia, sua città di adozione per ben vent’anni. Dopo essersi laureato a Parma in ingegneria informatica, John ha lavorato per 12 anni come programmatore al Comune di Reggio, da dove si è licenziato nel 2014 per dedicarsi a tempo pieno all’organizzazione di marce nazionali ed internazionali, lunghi viaggi a piedi per incontrare e confrontarsi con la gente – ed in particolare i giovani – su temi legati alla pace ed al consumo critico, sostenibile e responsabile.

La Marcia dei bruchi prende il nome da Giacomo, un bambino di 9 anni che alla vigilia della prima edizione scrisse: “Saremo in tantissimi e, insieme, cammineremo e, come bruchi, ci trasformeremo in farfalle e così speriamo di trasformare anche il mondo”.