Dopo il forte aumento negli anni della pandemia di Covid-19, si sta stabilizzando il numero di ragazze e ragazzi con disturbi del comportamento alimentare presi in carico dalle aziende sanitarie della provincia di Modena ma si registra, nel complesso, un aumento di casi gravi perché associati ad altre patologie psichiatriche.

Questo il quadro che emerge nella Giornata nazionale del fiocchetto lilla dedicata ai disturbi del comportamento alimentare che si celebra ogni anno il 15 marzo. L’Azienda USL di Modena e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria vogliono nuovamente accendere i riflettori su patologie quali anoressia e bulimia sempre più diffuse soprattutto tra le giovani donne e ricordare i servizi a disposizione dei giovani e loro famiglie e le azioni di prevenzione introdotti nei contesti di vita quotidiana a cominciare dalle scuole.

Il percorso di presa in carico (Percorso Diagnostico Terapeutico e Assistenziale, PDTA) prevede quattro livelli di assistenza: il primo livello possono essere i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta che intercettano il problema e inviano la persona ai servizi specializzati, ma la richiesta può avvenire anche dai servizi territoriali che già hanno in carico la persona per altre patologie (ad esempio Servizio Dipendenze Patologiche o Neuropsichiatria infantile). La maggior parte delle richieste di presa in carico provengono, tuttavia, da contatti diretti al numero di telefono del Centro Disturbi del comportamento alimentare, 059 435624.

Si passa poi al secondo livello costituito dai tre ambulatori specialistici dell’Azienda USL a Modena (dove si trova anche un Centro diurno con pasti assistiti), Mirandola e Sassuolo, ognuno con team multiprofessionali: psicologi, medici internisti-nutrizionisti, psichiatri, neuropsichiatri infantili, infermieri, dietiste e tecnico della riabilitazione psichiatrica. Negli ambulatori viene valutato il caso e definito il percorso di diagnosi, cura e riabilitazione.

Il livello tre è una terapia ambulatoriale intensiva con la riabilitazione psico-nutrizionale nel Centro diurno di Modena. Si tratta di un percorso terapeutico utilizzato per affrontare specifici ostacoli al trattamento standard, ad esempio se la persona non riesce ad affrontare la restrizione dietetica calorica e il recupero del peso o  ridurre la frequenza degli episodi bulimici, del vomito autoindotto e dell’esercizio fisico eccessivo e compulsivo. Una volta affrontati con successo questi ostacoli il trattamento può continuare con la terapia ambulatoriale standard e la persona può continuare ad essere assistita sul territorio e condurre la normale vita quotidiana. Se sopraggiungono emergenze metaboliche o psichiatriche, il team di professionisti sanitari valuta di attivare il quarto livello, il ricovero ospedaliero in strutture nella provincia o in zone limitrofe: a Modena si attiva, per le emergenze cliniche, la Medicina Metabolica dell’Ospedale Civile di Baggiovara, e, per gli aspetti psichiatrici il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura; la Casa di Cura Villa Rosa è, invece, il riferimento per il percorso di riabilitazione psico-nutrizionale, per pazienti con età maggiore di 14 anni.

I dati

Negli anni della pandemia di Covid-19 i ragazzi e le ragazze presi in carico dal programma Disturbi del comportamento alimentare dell’Ausl di Modena sono più che triplicati (in linea con i dati nazionali e regionali) passando da 190 nel 2018 a 403 nel 2023. Ricordiamo che durante la pandemia il programma di assistenza non si è mai interrotto, gli incontri con i ragazzi si sono svolti con videochiamate e telefonate e anche in presenza con team territoriali.

Dal 2023 in poi si assiste invece ad una stabilizzazione degli accessi che ha portato nel 2024 (tra nuovi accessi e pazienti già seguiti) a 289 ragazzi e ragazze in carico. La maggior parte di loro ha un’età compresa tra 18 e 30 anni, a seguire ci sono adolescenti tra i 12 e 17 anni.

A fronte ad un assestamento della richiesta si registra però un aumento di casi gravi perché il disturbo alimentare è legato ad altre patologie psichiatriche quali ansia e depressione.

 “I disturbi del comportamento alimentare sono la massima espressione del disagio giovanile – sottolinea Roberta Covezzi responsabile del programma Disturbi del comportamento alimentare dell’Ausl di Modena – il Covid ha accelerato un trend che era già in crescita: sicuramente la chiusura delle scuole e la privazione di socialità, unite alla forte focalizzazione sul cibo, hanno determinato un aumento del disagio e quindi anche patologie che ne sono rappresentative. È anche vero che nei periodi di lockdown le famiglie hanno trascorso molto tempo insieme e i genitori si sono resi conto di forme di disagio che prima di allora non erano state identificate. Oggi la pandemia è passata ma le influenze socioculturali quali l’equivalenza magrezza uguale bellezza, sono rimaste”

Nell’ambito del Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale l’Unità Operativa di Medicina Metabolica dell’Ospedale Civile rappresenta da anni il reparto di riferimento Provinciale per il trattamento di pazienti con instabilità clinica, con complicanze mediche severe derivanti dai  Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA). Il ricovero rappresenta il livello di cura più intensivo ed è indicato in quei pazienti che presentano condizioni fisiche compromesse, quindi un rischio clinico elevato. La gestione complessa dei pazienti ricoverati in Medicina Metabolica è affidata ad una equipe specializzata formata multidisciplinare che si attiva all’atto del ricovero, costituita dal Medico Internista e dall’infermiera case manager esperto, quindi dagli specialisti del Servizio di Psicologa Ospedaliera e di Nutrizione Clinica dell’AOU con la consulenza in rete di Psichiatri e Neuro Psichiatri infantili. L’equipe fornisce un’assistenza intensiva al paziente, con interventi personalizzati giornalieri e pluri-giornalieri e in parallelo supporto ai familiari. Viene assicurato inoltre il pasto assistito, un momento centrale del trattamento nutrizionale, operato da personale infermieristico di reparto formato.

Il numero dei pazienti ricoverati è variabile (da 10-16 pazienti all’anno) sono ricoveri complessi intensivi della durata media di 30-40 giorni. La tipologia dei pazienti è variabile: prevalentemente ricoveriamo pazienti con AN, di sesso femminile, di età diversa dai 13-14 anni nelle forme di esordio fino a 50 anni nelle forme gravi di lunga durata.

L’accesso al ricovero può avvenire con invio diretto, concordato con l’equipe del programma Disturbi del comportamento alimentare dell’Azienda USL, ma una percentuale dei ricoveri avviene in urgenza dal Pronto Soccorso: sono per lo più pazienti non ancora in trattamento, non noti ai servizi e pazienti adulti con riacutizzazione di una patologia cronica.

Il nostro obiettivo – ha spiegato la dottoressa Elisa Pellegrini, medico della Medicina metabolica, , diretta dal prof. Pietro AndreoneObiettivi del ricovero ospedaliero, sono specifici spesso salvavita, in linea con le principali LG Nazionali ed Internazionali sono la stabilizzazione clinica con correlata riduzione del rischio di vita, il ripristino inoltre di condizioni psico–fisiche stabili del paziente al fine di permettere la prosecuzione dell’iter terapeutico presso un altro livello di trattamento meno intensivo (ambulatorio specialistico, centro diurno o la struttura riabilitativa). È fondamentale quindi il lavoro in rete e una collaborazione strutturata tra Ospedale e Territorio per garantire la continuità assistenziale alla dimissione.

Le attività e i progetti

Aperto nel luglio 2020, il Centro diurno del programma Disturbi del comportamento alimentare (terzo livello del PDTA) propone ai giovani pazienti gruppi psicoeducativi sui temi dell’immagine corporea, della motivazione alla cura e accompagna in un percorso di riabilitazione psiconutrizionale, all’interno del quale si svolgono da alcuni anni, con successo, laboratori di cucina con lo chef Luca Marchini del ristorante l’Erba del Re di Modena.

In accordo con l’Ausl Marchini ha studiato una ‘cooking class’ fuori dal comune: un gioco sensoriale basato sull’utilizzo di alcuni semplici prodotti da preparare in modo da renderne piacevole la fruizione, lavorando su profumi e consistenze, sull’osservazione e la tattilità per un nuovo approccio al cibo.

Le pazienti hanno un progetto di cura personalizzato e possono partecipare a tutte le attività del Centro diurno (pasti assistiti e psicoterapie di gruppo) oppure partecipare solo alle attività di psicoterapia. Nel 2023 le utenti totali del Centro (tutte di sesso femminile) sono state 33, con età da 14 a 23 anni, tutte con diagnosi di anoressia nervosa.

Giornata fiocchetto lilla 2025, le iniziative

Anche quest’anno sono diverse le iniziative organizzate dall’Ausl di Modena assieme ai Comuni e associazioni di volontariato, per accendere i riflettori sui disturbi del comportamento alimentare e confrontarsi con gli specialisti, coinvolgendo anche i ragazzi, in occasione della Giornata del Fiocchetto Lilla (15 marzo).

Il 13 marzo a Pavullo si è tenuto un incontro, nella sala consiliare Unione Comuni del Frignano, con gli studenti dell’Istituto tecnico commerciale Cavazza: si è parlato di immagine corporea, autostima e body shaming.

A Modena si è tenuto, il 14 marzo, il laboratorio di cucina con lo chef Marchini (aperto solo alle pazienti del Centro disturbi del comportamento alimentare) mentre l’evento clou della settimana è il 15 marzo a Finale Emilia, rivolto a tutti e con la partecipazione degli studenti del liceo scientifico statale Morando: nel Nuovo Cinema Corso, a partire dalle 9, si svolgono incontri sui temi che trattano i disturbi del comportamento alimentare, a seguire letture di poesie, musica, video e cortometraggi, una pausa gastronomica a cura degli utenti della comunità psichiatrica Il Ponte e alle 11 una sfilata di moda con le collezioni prodotte dalla sartoria sociale ‘Manigolde’, a sfilare sono le pazienti seguite dall’Ausl e i professionisti sanitari.