Giovedì 6 marzo le aziende aderenti alla Carta metropolitana per la logistica etica si sono incontrate per individuare le principali linee di lavoro per il 2025. Tra le priorità spiccano l’aumento del numero delle aziende firmatarie, il monitoraggio del rispetto dei principi della Carta da parte delle aziende aderenti e, soprattutto, la condivisione delle buone pratiche. Quest’ultimo elemento rappresenta un’evoluzione della Carta stessa, che intende creare una community di imprese per lo scambio di buone pratiche.

L’incontro oltre a rappresentare l’occasione per presentare le ultime tre aziende firmatarie della Carta – Randstad, Fiege e Movinlog – ha visto la condivisione di due progetti sviluppati da NCV e Interporto: la “NCV School”, una scuola di prima alfabetizzazione della lingua italiana e dedicata ai dipendenti di origine straniera, e la “Scuola per la promozione della salute e della sicurezza sul lavoro nell’ambito dei trasporti e della logistica” di Interporto, dedicata al tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

“Crediamo che sia fondamentale continuare l’attività di confronto costante con le aziende del settore logistico – ha affermato Sergio Lo Giudice, Capo di Gabinetto di Città metropolitana e Comune di Bologna e delegato al lavoro – sia in chiave di prevenzione di alcune criticità che abbiamo visto emergere in passato sia per poter definire insieme al settore privato le pratiche da mettere in campo per migliorare costantemente la qualità e la sicurezza dei lavoratori. Anche per questo motivo ringrazio le aziende e i soggetti che si stanno impegnando con noi in questo percorso: come Città metropolitana riteniamo importante continuare ad ampliare la platea dei sottoscrittori della Carta metropolitana per la logistica etica”.

La Carta è stata adottata nel 2022 con l’obiettivo di migliorare la qualità del lavoro nel settore della logistica e individuare i principi e i valori a cui il settore della logistica intende attenersi a livello metropolitano bolognese, al fine di rappresentare non solo un’importante fonte di reddito e di crescita economica, ma anche di benessere della collettività, di sviluppo sostenibile del territorio e dell’ambiente. Con un fatturato nazionale di circa 4,5 miliardi di euro e occupando circa 24.500 dipendenti, le 18 aziende firmatarie della Carta hanno un forte impatto socioeconomico.