Per tanti anni non ho seguito la mia passione perché qualcuno da ragazzo mi aveva detto che non ero abbastanza. Non ero io, ma il ‘piano B’ di chi avrei voluto diventare. Mi sentivo un pesce fuor d’acqua e un ‘ma cosa sto facendo’ nel momento giusto mi ha salvato la vita: ho deciso di riprovarci, mi sono rimesso a studiare a 30 anni e quando sono entrato in una classe mi sono sentito come se fossi tornato a casa. Lì ho capito che quello era ciò che volevo essere nella vita.”

Così lo scrittore e docente Enrico Galiano ha aperto il confronto con gli studenti e le studentesse delle classi quinte degli istituti superiori di Reggio Emilia e provincia durante Una vita non basta, l’evento organizzato da Ifoa che si è svolto questa mattina presso il Centro Internazionale Loris Malaguzzi.

Con il suo stile diretto e coinvolgente, Galiano ha guidato i partecipanti in una riflessione sul tema dell’errore come strumento di crescita ispirandosi al suo libro Una vita non basta, che dà il titolo all’evento. Da questa narrazione è nato un dialogo aperto con ragazzi e ragazze, che sono stati i veri protagonisti della giornata prendendo il microfono in mano e condividendo ad alta voce – forse per la prima volta – i loro sogni, le loro aspirazioni e le loro paure.

“Fino ai 30 anni non ho raccontato a nessuno quali fossero i miei sogni. Quando ho iniziato a dirli ad alta voce è come se fossero diventati concreti, reali. Va bene avere dei sogni ma va bene anche non avere idea di cosa diventerete: molte persone adulte non l’hanno ancora capito e si reinventano ogni giorno. Non si tratta tanto di cosa fare da grandi, quanto di tirare fuori qualcosa di grande che ciascuno di noi ha dentro” ha affermato Galiano, sottolineando l’importanza di un’educazione che non si limiti a trasmettere conoscenze, ma aiuti i giovani a comprendere meglio se stessi e trovare la propria strada nel mondo.

I partecipanti hanno inoltre avuto l’opportunità di raccontare in forma anonima “l’errore più grande che abbiano mai commesso”. I biglietti raccolti sono stati letti e commentati insieme, toccando insieme temi anche delicati e spesso visti come tabù, quali il fallimento, l’accettazione di sé e la capacità di trasformare le paure in occasioni di crescita. A chi dice che i giovani sono superficiali farei leggere questi biglietti”, ha commentato Galiano.

L’evento si inserisce nel più ampio impegno di Ifoa all’orientamento dei più giovani, ma non solo. A qualsiasi età, infatti, ci si può trovare a un bivio e la strada da prendere non sempre è chiara. Orientare non vuol dire dare la soluzione, ma fornire gli strumenti per avere una visione più chiara e consapevole del proprio obiettivo in un percorso di crescita continua.

Ifoa vuole essere il ‘fratello maggiore’ a cui ragazzi e ragazze possono rivolgere le loro domande e instaurare un dialogo costruttivo. Il nostro obiettivo è offrire strumenti concreti per affrontare il futuro con consapevolezza e fiducia, unendo formazione, esperienza e momenti di confronto con esperti e professionisti capaci di ispirarli e guidarli nelle loro scelte” ha dichiarato Umberto Lonardoni, Direttore Generale di Ifoa. “Eventi come questo rappresentano un’occasione preziosa per accompagnare i più giovani a individuare il loro percorso, aiutandoli a interpretare le informazioni e offrendo spunti di riflessione e supporto concreto in questa delicata fase di transizione dalla scuola verso il mondo del lavoro o della formazione superiore.

L’entusiasmo e la partecipazione attiva degli studenti e delle studentesse testimoniano l’importanza di creare spazi di dialogo e confronto su temi cruciali per il loro futuro. L’evento Una vita non basta è stato un momento di valore, capace di connettere il mondo della formazione con le aspirazioni e le domande delle nuove generazioni.