“Siamo ancora lontanissimi dalla parità di genere: tra gli occupati nelle professioni di area Stem (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) solo un quinto è rappresentato dalle donne (19,1%); la metà dell’occupazione femminile risulta concentrata in sole 21 professioni, mentre per gli uomini in 53; la presenza parlamentare femminile rispetto alla media europea è particolarmente bassa, e nell’ambito della politica locale, la presenza femminile è ancora più contenuta rispetto al livello nazionale ed è dunque più evidente il ritardo con il resto dell’Europa.

A ricordarcelo sono Istat e Cnel. E c’è anche un dato che rimane stabile da anni: il numero delle donne promosse al ruolo di manager continua a essere sensibilmente inferiore a quello degli uomini, di circa il 20%. Il dato è nazionale e il quadro regionale non è poi così difforme. Dunque, è del tutto evidente che, anche quest’anno, in vista dell’8 marzo, le donne hanno pochi motivi per festeggiare”: a dirlo in una nota è Tullia Bevilacqua, segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna.

“Come sindacato evidenziamo anche un altro dato molto preoccupante per le donne: il tasso di occupazione femminile in Italia si è attestato al 52,5%, rispetto al 70,4% degli uomini, con un divario di genere – lo attesta l’Inps – significativo pari al 17,9 punti percentuali. C’è una gravissima instabilità occupazionale che coinvolge soprattutto il genere femminile in quanto solo il 18% delle assunzioni di donne sono a tempo indeterminato a fronte del 22,6% degli uomini. Le lavoratrici con un contratto a tempo parziale sono il 64,4% del totale e anche il part-time involontario è prevalentemente femminile, rappresentando il 15,6% degli occupati, rispetto al 5,1% dei maschi. Una sproporzione eccessiva. per non parlare del gap retributivo tra uomini e donne che rimane un aspetto critico. Le donne infatti che percepiscono stipendi inferiori di oltre 20 punti percentuali rispetto agli uomini. E nei principali settori economici la differenza aumenta: il 20% nelle attività manifatturiere, il 23,7% nel commercio, il 32,1% nelle attività finanziarie, assicurative e nei servizi alle imprese”: elenca ancora il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

Che fare, dunque, per invertire la tendenza?

“Le cause di queste alterazioni nel mercato del lavoro sono molteplici e, se da un lato i fattori culturali hanno certamente un peso determinante in queste statistiche, dall’altro registriamo elementi di natura strutturale, che influenzano il processo di selezione e promozione delle donne in azienda. È, dunque, necessario intervenire anche nella fase di accesso al lavoro, cercando nuovi canali di reclutamento per arrivare a candidature che con gli approcci tradizionali non si riescono a raggiungere. Evidenziamo un’incongruenza: in Emilia-Romagna, in ambito giovanile, si registra un ingresso al lavoro più veloce per gli uomini, specie con basso tasso di scolarizzazione, a fronte del fatto che le donne studiano e si laureano di più! Così da essere successivamente penalizzate, in realtà, in un mercato del lavoro che non offre così tante prospettive”: aggiunge Tullia Bevilacqua.

“Come sindacato Ugl, da anni, siamo in prima linea contro le discriminazioni di genere e promuoviamo varie iniziative per favorire un reale cambiamento del mercato del lavoro, promuovendo la formazione, garantendo ogni giorno la contrattazione e la sensibilizzazione sui temi occupazionali e la parità salariale, sollecitando strumenti di conciliazione tra vita familiare e lavoro. Sappiamo bene, per esempio, come le lavoratrici che devono occuparsi di assistere genitori anziani e diventano caregiver siano penalizzate anche nella nostra regione. Il percorso per garantire alle donne l’uguaglianza, il rispetto e la dignità nel lavoro è ancora lungo. Ma non molliamo di un millimetro questa giusta battaglia. Chiedendo che per la Giornata internazionale della donna si ricorra meno alla retorica e più al pragmatismo e alla volontà autentica di cambiare le cose”: conclude il segretario regionale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.