“Quanto accaduto ieri sera 04/03/2025 nel Teatro comunale di Minerbio all’incontro
informativo “Conoscere il LUPO” promosso da Città Metropolitana di Bologna, Terre di Pianura e Regione, è stata una vera e propria occupazione venatoria dell’assemblea
pubblica”, dichiarano in una nota Dino Vecchi, delegato LAC regionale – Luisella Matricardi, delegata LAC per Bologna e provincia.

“Dopo le informazioni tecnico scientifiche illustrate dal vice comandante T. Fulgaro della Polizia Locale Città Metropolitana di Bologna, dalla responsabile pianificazione faunistica della Regione E.R. S. Braghiroli e dal biologo del Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano L. Molinari, diversi rappresentanti di cacciatori/agricoltori hanno ininterrottamente preso la parola, leggendo testi già pronti e sciorinando situazioni di pericolo privi di fondamento, invocando la “tutela dei diritti dell’uomo” a prendersi gli spazi necessari con la eliminazione della fauna selvatica. Hanno qualificato come false le informazioni ed i dati numerici documentati da I.S.P.R.A, in quanto non ha reso i cacciatori partecipi del monitoraggio del Lupo; hanno apostrofato il dr. Molinari come incompetente ed ignorante e contestato le disposizioni regionali di prevenzione e risarcimento dei danni da canidi, affermando a voce grossa che “ai lupi bisogna sparare” visto che “in pianura siamo pieni di lupi grigi”, “figliano e fanno buchi enormi negli argini”.

“Un’assemblea monopolizzata da cacciatori/agricoltori con una chiamata alle armi contro i lupi perchè mangiano le lepri ed i fagiani a cui i cacciatori hanno “per hobby” diritto di sparare, e perchè sono troppi. Troppi rispetto a chi? Rispetto ad oltre un milione di
abitanti della Città Metropolitana?
Una chiamata alle armi manifestata in presenza di autorità e politici locali totalmente silenti e proni al mondo venatorio: nessun sindaco né consigliere comunale ha ricordato il principio indiscutibile che, non solo il Lupo è una specie protetta, ma che la fauna selvatica
è patrimonio indisponibile dello Stato, ossia di tutti i cittadini italiani (disarmati), e che ad
oggi non c’è alcun episodio di aggressione verso l’uomo.
Risultano invece atti documentati di bracconaggio sulla fauna selvatica e, come
mostrato dal dr. Molinari, sugli esemplari di lupi muniti di radio-collare: alcuni scomparsi,
altri trovati avvelenati o fucilati. Ad oggi non abbiamo un dato certo sul numero di lupi
uccisi per bracconaggio”, aggiunge la LAC.

“La Lega Abolizione Caccia Emilia Romagna da tempo denuncia come il bracconaggio la fa da padrona perchè la Regione Emilia Romagna ha ridotto i soldi per contrastarlo.
I fondi pubblici regionali stanziati per la lotta al bracconaggio e la difesa della fauna
selvatica sono passati da € 120mila triennali a €30mila, ossia da €40mila l’anno a €10mila
annui: basta confrontare la D.G.R. n.2158 del 20/12/2021, art.3 co.1 lett.C punto 4, con la
D.G.R.n.2224 del 17/12/2018, art.3 co.1 lett.B punto 1.
Per tale ragione la L.A.C. delegazione Emilia Romagna ha presentato formale richiesta alla Presidenza della Giunta Regionale e alla Direzione Generale Agricoltura Caccia e Pesca e a quella per la Cura del Territorio, ed al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di rinnovare urgentemente la convenzione tra la Regione ed i Carabinieri Forestali con idoneo incremento dei fondi al fine di garantire un’efficace contrasto al bracconaggio e protezione del patrimonio indisponibile dello Stato qual’è la Fauna Selvatica”, concludono Dino Vecchi, delegato LAC regionale – Luisella Matricardi, delegata LAC per Bologna e provincia.