Questa mattina le quattro classi terze delle scuole secondarie di primo grado di Albinea e Borzano si sono ritrovate nell’atrio della struttura di via Quasimodo 2 per ascoltare il racconto di Liliana Manfredi Delmonte, superstite del tremendo eccidio della Bettola avvenuto il 24 giugno del 1944.

Nell’eccidio della Bettola i soldati tedeschi uccisero per rappresaglia 32 civili fatti uscire dalle loro case e uccisi, chi a colpi di pistola, chi di bastonate o chi arso vivo nel rogo che gli stessi soldati avevano acceso per far sparire i corpi di alcuni civili fucilati poco prima. Tra le vittime ci fu anche Piero Varini, un bambino di diciotto mesi che, consegnato dalla madre ai militari nella speranza venisse risparmiato, fu invece gettato nel fuoco ancora vivo

All’epoca Liliana aveva 11 anni e fu fucilata insieme alla mamma e ai nonni. Fortunatamente, pur essendo stata ferita con tre pallottole al collo, al torace e alla spalla, riuscì a scampare alle fiamme appiccate alla locanda della Bettola saltando da una finestra. Nella caduta, da un’altezza di 5 metri, si spezzò una gamba, ma riuscì comunque a trascinarsi fino alla sponda del torrente Crostolo, dove rimase nascosta fino alla mattina, quando un soldato tedesco la intravide e la portò sul ciglio della strada, rischiando la Corte Marziale. Qui venne rinvenuta e portata in ospedale dove venne curata.

La storia di Liliana è contenuta nel libro “Il nazista e la bambina” che i ragazzi di Albinea hanno letto e dal quale hanno tratto moltissime domande per la sopravvissuta. Lilliana ha risposto a tutti i quesiti ricordando quel tremendo giorno e la difficoltà di costruirsi una vita dopo quel trauma. “Scatenare una guerra non ha mai portato a nulla di buono, credevo fosse stato chiaro con quello che ci è successo 80 anni fa, ma a giudicare dal mondo di oggi pare di no – ha confessato Liliana con rammarico e ha proseguito – Fui salvata dal gesto di pietà di un militare dopo che la vita della mia famiglia e della mia comunità era stata spezzata da militari per cui la pietà non esisteva. Questo vuol dire che i sentimenti positivi esistono anche quando sembra che il male sia ovunque”.

La testimonianza di Liliana fa parte di un percorso di avvicinamento dei ragazzi e delle ragazze alla celebrazione dell’80esimo anniversario del Fatto d’armi di Villa Rossi e Villa Calvi. Le classi terze infatti effettueranno, venerdì 28 marzo, la camminata con cui il battaglione composto da alleati e partigiani scese dalle montagne per colpire il quartier generale tedesco di stanza a Botteghe. Inoltre alcuni di loro saranno protagonisti delle celebrazioni ufficiali leggendo dal palco “Parole per scalfire l’indifferenza” : riflessioni dopo gli incontri a scuola proprio con Liliana e con Anpi albinea.