Lepore con Sviatlana Tsikhanouskaya (foto Giorgio Bianchi Comune di Bologna)

Si è tenuta questo pomeriggio, nella Sala del Consiglio comunale a Palazzo d’Accursio, la cerimonia di consegna della cittadinanza onoraria all’attivista bielorussa Sviatlana Tsikhanouskaya.

Di seguito l’intervento del sindaco Matteo Lepore.

Grazie Presidente, un saluto alle Consigliere e ai Consiglieri che sono presenti.
Per prima cosa benvenuta nel nostro Consiglio comunale a Sviatlana Tsikhanouskaya e a tutte le concittadine e i concittadini bielorussi che sono qui oggi per questa cerimonia e vivono nella nostra città.
È con grande emozione che oggi la accogliamo a Bologna, una città che ha da sempre fatto della libertà, dei diritti umani e della democrazia le proprie fondamenta. È un onore conferire la cittadinanza onoraria della nostra città, a chi come lei ha lottato e lotta con coraggio e speranza per una maggiore democrazia nel mondo e nel proprio Paese.
La cittadinanza onorararia è uno dei più prestigiosi riconoscimenti che il Consiglio comunale di Bologna – l’alta espressione della rappresentanza dei nostri cittadini -, conferisce, è un segno di vicinanza e di solidarietà che la nostra comunità le tributa per il suo instancabile impegno nel difendere i principi fondamentali della giustizia e della libertà. Un impegno che è diventato la sua vita, una vita che lei dedica alla libertà del popolo bielorusso, contro il regime che lo opprime.

Quest’anno in Italia ricorre l’80° anniversario della Liberazione dall’occupazione nazista e dal fascismo, l’anno prossimo saranno 80 anni dal primo voto delle donne nel nostro paese. Ecco queste due date, questi due importanti appuntamenti ci accomunano perché sono un importante pilastro per la democrazia in Europa e nel nostro paese.

Quando suo marito, Sergei Tikhanovsky, è stato ingiustamente arrestato e imprigionato, lei non hai ceduto alla paura, ma ha scelto di trasformare il dolore in forza e determinazione. Ha preso il testimone della lotta per la libertà e ha portato la voce di chi è stato silenziato dalle atrocità di un regime che non ha rispetto per i diritti umani. In ogni sua parola, in ogni sua azione, ha testimoniato che la speranza non muore mai, anche quando le circostanze sembrano buie e senza via d’uscita.

Il suo esempio ci indica la strada da seguire. In particolare, quando ha parlato al Parlamento Europeo qualche anno fa, ha esortato l’Europa ad affrontare l’autocrazia in modo più incisivo. Questa sua esortazione è ancora più vera e forte oggi, dove i venti dei nazionalismi e dei nuovi imperialismi di diversa matrice soffiano con prepotenza in Europa e nel mondo intero.

Assistiamo con sempre maggiore frequenza al rafforzarsi di regimi autoritari che sfidano apertamente i principi democratici, dentro e fuori i loro confini. Usano la disinformazione per manipolare la verità, la propaganda per riscrivere la storia, la forza per soffocare il dissenso.

Il pericolo lo vediamo tutti in modo sempre più evidente: la diffusione di regimi autoritari che, sotto l’apparenza di stabilità, minano le libertà fondamentali, la verità e la giustizia.
Questi regimi non sono solo una minaccia per i popoli che li vivono, ma per il nostro stesso modo di vivere, per i valori che noi, come Europei, abbiamo costruito nel tempo. Ciò che oggi accade in Bielorussia, ma anche in altri angoli del mondo, è una chiara dimostrazione
di come l’autocrazia possa erodere le libertà individuali e collettive.

Come sindaci delle città metropolitane del nostro paese abbiamo deciso di lanciare una manifestazione insieme a tante altre realtà della società civile per il prossimo 15 marzo. Il nostro sarà un appello per l’Europa, che non può restare a guardare.
Saremo a Roma perché non possiamo più limitarci a rispondere con delle dicharazioni di principio o a pensare che la democrazia sia un valore acquisito una volta per tutte, che non necessiti di essere continuamente difeso. Oggi, più che mai, siamo chiamati a un confronto a viso aperto con le autocrazie, a essere protagonisti di questa sfida. Siamo chiamati a costruire un’Europa che parli con una sola voce, che sia coesa e pronta a rispondere alle sfide del nostro tempo.

Cara Sviatlana, oggi il conferimento della cittadinanza onoraria a lei non è solo un gesto simbolico, ma una presa di posizione della nostra comunità bolognese, di solidarietà sincera con il popolo bielorusso, attraverso di lei oggi. È un messaggio chiaro: non volteremo le spalle ai popoli che lottano per la libertà.

In questo momento, la sua battaglia è la nostra battaglia, e Bologna, insieme all’Europa, non vi lascerà soli.

Grazie, Sviatlana, per la sua lotta, per il suo coraggio e per la sua speranza, che sono da oggi anche un po’ nostre”.

Tsikhanouskaya (foto Giorgio Bianchi Comune di Bologna)

L’intervento dell’attivista bielorussa

Al termine della cerimonia, Sviatlana Tsikhanouskaya ha firmato in sala Rossa il Libro d’Onore del Comune di Bologna con questa frase: “With huge gratitude I accept the honorary citizenship of Bologna on behalf of alla Belarussians who are bravely fighting against dictatorship for free and democratic Belarus. Thank you, Bologna, for standing strong with brave people in our fight for freedom and our common values!”.

Di seguito, l’intervento di Sviatlana Tsikhanouskaya in sala del Consiglio.

“Dear friends, dear people of Bologna,
Thank you for this great honor. Becoming an honorary citizen of Bologna is not just about me. It is a sign of your support for all Belarusians. A gesture of solidarity that we deeply appreciate.
I want to thank the authorities of Bologna for this decision. It means a lot to our people, who are fighting for freedom. Belarus is going through dark times, but gestures like this give us hope.

This initiative came from the association “Belarusians in Bologna.” Дарагія землякі, your efforts make a difference. I also thank the People’s Embassy in Italy for their work. You keep Belarusian culture alive and help those who had to flee the country because of the political persecution. And who will never give up their dream to come back one day.

Last year, Bologna hosted two large exhibitions of Belarusian art. Art is a language of freedom, and you gave it a voice. Thank you for showing the beauty and strength of Belarusian creativity to the people of Emiglia-Romagna, which is one of the cradles of the Western art and culture.

Dear Italian friends, thank you for welcoming Belarusian political refugees. Here in Bologna, they found safety, dignity, and kindness.

As you all know, eighty years ago, Bologna was occupied by Nazis and fascists. The first troops to enter the city and bring liberation were from the Anders’ Army. The army was formed mostly of Polish citizens. Among them were many thousands of Belarusians from Western Belarus, which, in those times, was part of Poland. Our Belarusian soldiers fought for the freedom of Italy. Many never returned home and are buried here in Bologna.
They came to help Italians win their country back. They knew that freedom anywhere is worth defending.

Today, Belarus is at a turning point in its history. The dictator Lukashenka is selling our country to Russia. He has turned Belarus into a launchpad of aggression against Ukraine. But Belarusians are not giving up. They continue to fight against the oppressors.
Many Belarusians fight in Ukraine to defend freedom. They know that Ukraine’s victory means Belarus’s freedom. Already, 80 of them have given their lives for this cause.
Freedom is never just about one nation. When we defend Ukraine, we defend Belarus, and we defend Europe. Because Belarus is part of Europe, not of the so-called ‘russkiy mir’.

Dear friends, Belarusians will never forget Italy’s support. Every act of your solidarity matters. Scholarships for Belarusian students will help our young generation to get European education in the world’s oldest university. Residencies for our artists will keep our culture alive in exile. And lighting buildings in our national colors shows the world that Belarus is not forgotten.

Together, we are stronger. Together, we will win.
Thank you, Bologna, for this honor. Thank you for standing with us!

Long live Italy, Zhyve Belarus!”

(foto Giorgio Bianchi Comune di Bologna)