«Pur condividendo l’impianto generale della manovra, non possiamo non evidenziare come alcune azioni aggravino la situazione economica delle imprese, già alle prese con grandi problematiche determinate dai costi per l’energia, da situazioni geopolitiche incerte e crisi generalizzate.

È il caso dell’aumento dell’IMU, che compromette le capacità di investimento, in particolare delle Pmi, minandone la competitività». È quanto affermano Lapam Confartigianato, CNA, Confcommercio e Confesercenti in merito all’aumento dell’IMU per i fabbricati di categoria D utilizzati direttamente dai proprietari dallo 0,97% all’1,05%, confermato nel bilancio consuntivo 2025-2027 presentato dal Comune di Modena.

«Dall’amministrazione – continuano e concludono le quattro associazioni di categoria – affermano che, secondo le loro simulazioni, suddividendo il totale dell’incremento del gettito atteso per il numero di immobili su cui si spalma l’aumento medio sarebbe di circa 30 euro l’anno per ciascun fabbricato oggetto dell’incremento di aliquote. Dati che, però, non trovano riscontro dalle nostre simulazioni interne: analizzando dei casi a campione, è emerso che su un fabbricato di circa 50 mq la differenza IMU sarebbe di 94 euro all’anno, su un fabbricato di 650 mq di circa 413 euro annui mentre su uno di 2.600 mq di 1.653 euro all’anno. Cifre significative per le imprese, alla luce di un contesto, come già ripetuto precedentemente, che non agevola le realtà imprenditoriali.

Per questo ci attendiamo che le futuri manovre tengano conto di queste esigenze, determinanti sul fronte occupazionale. Un ruolo, questo, che rischia di essere sottovalutato».