Si trovava sottoposto la misura della detenzione domiciliare con permesso di assentarsi in determinate fasce orarie quando, il 10 febbraio scorso, sotto l’effetto di bevande alcoliche, sarebbe uscito di casa violando la misura cautelare degli arresti domiciliari, e dopo essere sceso nell’area cortiliva del condominio, avrebbe dato fuoco ad un’autovettura lì parcheggiata.

Sul posto erano intervenuti i carabinieri della stazione di Novellara che, trovando l’auto in fiamme chiedevano l’intervento dei Vigili del Fuoco di Guastalla i quali provvedevano a spegnere l’incendio e a mettere in sicurezza l’intera area. Successivamente i militari acquisivano le prime dichiarazioni testimoniali delle persone presenti, le quali, avendo assistito all’intera scena, rappresentavano che l’uomo, urlando e sbraitando, poggiava dei cartoni incendiati sulla cappotta dell’autovettura parcheggiata da alcuni mesi nell’area cortiliva del condominio e dopo poco ne buttava degli altri all’interno dell’abitacolo, dando inizio all’incendio vero e proprio del veicolo.

Per questi motivi, avendo acquisito elementi di presunta responsabilità, con le accuse di danneggiamento a seguito di incendio per futili motivi ed evasione, i Carabinieri hanno denunciato l’uomo alla Procura di Reggio Emilia. Si tratta di un 72enne, condannato con sentenza emessa nel marzo 2024 dal Tribunale di Reggio Emilia alla pena di 1 anno e 4 mesi e qualche giorno di reclusione per atti persecutori ed evasione, e successivamente ammesso ad espiare la pena presso il proprio domicilio.

L’illecita condotta segnalata al Magistrato di Sorveglianza di Reggio Emilia, ha consentito a quest’ultimo di rilevare i gravi comportamenti posti in essere dal condannato – in violazione non solo delle prescrizioni imposte ma anche della legge penale – e ordinare la provvisoria sospensione della misura in esecuzione, disponendo l’accompagnamento in carcere del 72enne. Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nella giornata di ieri dai Carabinieri della Stazione di Novellara, nel cui comune l’uomo risiede. I militari, quindi, hanno raggiunto l’uomo presso la propria abitazione, ed espletate le formalità di rito lo hanno accompagnato in carcere per l’espiazione della pena residua.