La nuova sede del Centro per l’impiego (Cpi) di Reggio Emilia sarà nella Torre B dello stadio Città del Tricolore. Uno dei tre piani dell’edificio di proprietà del Comune di Reggio Emilia ospiterà il servizio per il lavoro e la formazione, che è coordinato da una apposita Agenzia regionale, dopo che lo stesso Comune avrà provveduto al completamento delle superfici, che oggi si presentano al ‘grezzo’, e con la realizzazione di impianti, finiture, partizioni interne degli uffici e di una scala di collegamento.

La legge prevede infatti che le sedi dei Cpi siano messe a disposizione dai Comuni.

L’importo complessivo dell’operazione, 3.290.000 euro, è stato definito nella delibera di giunta comunale recentemente approvata, relativa al Progetto di fattibilità tecnica ed economica e viene finanziato in gran parte dalla Regione Emilia-Romagna (per circa 2,4 milioni di euro) e per la restante parte dal Comune.

L’intervento riguarda una superficie complessiva di 2.000 metri quadrati, di cui circa 1.500 per uffici.

“Il Centro per l’impiego di Reggio Emilia avrà una sede moderna e funzionale grazie alla disponibilità da parte del Comune della Torre B dello stadio Città del Tricolore, che verrà completata con fondi regionali e risorse proprie dell’Amministrazione – spiega il vicesindaco Lanfranco De Franco – Dopo il dialogo intercorso con la Regione, titolare del servizio, riteniamo che questo immobile abbia caratteristiche idonee per lavoratori e utenti, superando le criticità dell’attuale sede in via Premuda e avendo precedentemente scartato altre soluzioni non idonee allo scopo, in centro storico. In questo modo portiamo a termine l’intervento con molte meno risorse rispetto a quelle che erano state prospettate per la stessa finalità in Polveriera e troviamo anche una destinazione importante per un immobile, la Torre B, che la attendeva da anni. Con l’arrivo del Centro per l’impiego rimarranno comunque a disposizione del Comune due piani dell’edificio, su cui ci riserveremo di valutare una futura destinazione o altra valorizzazione”.