“Seta poteva aprire una fase nuova, di dialogo e di investimenti sulla qualità del lavoro, capace di fermare la fuga degli autisti. E invece ha scelto la missione impossibile di riuscire a fare peggio. Non solo non intende investire sul buon lavoro ma considera le richieste sindacali un grave rischio che porterebbe al calo della produttività. Dica la Regione se questo può essere il modo di muoversi di una società pubblica”.
Così Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale, commenta i numeri del Piano di rilancio svelati dalla stampa reggiana, dai quali “emerge il tradimento della richiesta principale avanzata dai Sindaci soci. Chiedevano prioritariamente il miglioramento delle relazioni sindacali, è arrivata una nuova mortificazione per gli autisti: sul piatto restano solo i 600.000 euro annunciati ad ottobre, largamente insufficienti per costruire un buon contratto aziendale”.
Dopodiché i mesi passano e le gare per l’affidamento del servizio del trasporto pubblico locale si avvicinano, cogliendo Seta completamente impreparata. “Ecco, un solo punto sembra molto chiaro in mezzo a questo gioco di specchi: è molto fondata l’impressione della stampa che si punti a prendere Seta per sfinimento, di fatto obbligandola ad entrare nella nuova società unica regionale per risolvere i suoi problemi – prosegue Papaleo –. La palla è nella metà campo dei Sindaci, perché, al di là delle dichiarazioni ufficiali di non belligeranza, senza gli autobus di Modena e di Reggio Emilia la società unica non potrà decollare. Confidiamo nella loro capacità di non arrivare ad una svendita. E questo chiama in causa la Regione e una necessaria operazione di trasparenza: che partita vuole giocare Bologna? E quante risorse è disponibile ad investire per riequilibrare il trasporto locale di Modena e di Reggio Emilia?”
“UNA IMMENSA TRISTEZZA”
Gaetano Capozza guida la Fit Cisl a Reggio, categoria in prima linea per proteggere gli autisti Seta alle prese con una condizione lavorativa al limite della sopportazione.
Dal 2021 al 2024 se ne sono andati 142. E mentre l’esodo continua Seta porta avanti un piano da 76 milioni di euro per il rinnovo di 210 mezzi.
“Questa azienda ha dato ai lavoratori solo 600.000 euro, briciole già impiegate per un buono pasto da 8 euro per tutti gli autisti di Piacenza, Modena e Reggio – racconta Capozza –. Si rifiuta persino di cancellare la vergogna della differenza salariale tra chi è stato assunto prima e dopo il 2012, un tema molto sentito a Reggio. Servirebbero 400.000 euro ma non se ne fa niente. Fit Cisl continuerà la lotta, perché si arrivi ad assumere più autisti e a sistemare i turni. Gli autisti scappano perché non ce la fanno più a reggere 14 ore di nastro lavorativo, per guidare, in modo spezzato, 7 ore al giorno”.
Il numero uno di Fit Cisl Reggio sottolinea che “fa una immensa tristezza leggere che l’azienda considera un rischio per la produttività il pacchetto di misure sindacali per gli autisti, non è altro che la conferma che Seta sta in piedi solo con il sacrificio del suo personale”.
PRODUTTIVITÀ COSTRUITA SUI DRAMMI DEGLI AUTISTI
Capozza si rivolge ai manager di Seta: “Provate voi a fare questa vita, dovendo ammazzarvi di straordinari per cubare uno stipendio appena sufficiente per pagare l’affitto e portare in tavola il cibo del discount. Ve lo dico perché è su questi drammi che è costruita la vostra produttività, peraltro tutta da dimostrare. Sosteniamo cose dell’altro mondo? Non la pensa così il giudice del lavoro milanese che ha appena condannato Atm a risarcire 309 mila euro agli autisti spremuti con gli straordinari, riconoscendo loro un danno da usura psico-fisica”.