“Ringraziandoti di cuore per esserti reso disponibile a collaborare con l’Istituto regionale di Garanzia per l’infanzia e l’adolescenza e con la Regione Emilia-Romagna, sono lieta di comunicarti che sei stato individuato quale componente dell’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze”.
Questo l’attacco della lettera che hanno ricevuto Alì, Rayen, Abdul (i nomi sono di fantasia), tre minori stranieri non accompagnati, tutti diciassettenni, ospiti di comunità di accoglienza di Modena. La lettera è firmata nientemeno che da Claudia Giudici, la Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Emilia-Romagna che per la prima volta ha accolto minori stranieri non accompagnati come membri dell’Assemblea. L’Assemblea dei ragazzi e delle ragazze a supporto della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza è un organismo composto da giovani di minore età provenienti da tutto il territorio regionale. Svolge funzioni consultive e propositive a supporto delle attività istituzionali della Garante che, istituendola, ha inteso valorizzare la partecipazione di ragazzi e ragazze al dibattito e alla vita pubblica, acquisendo il loro punto di vista su temi che li riguardano con l’obiettivo di favorire politiche pubbliche più rispondenti alle esigenze dei giovani.
Nel pomeriggio di venerdì 14 febbraio l’Assemblea si è insediata on line nominando i 50 membri selezionati e la Garante ha ufficialmente aperto i lavori. Tra quelli collegati da tutta la regione, anche i tre ragazzi provenienti dalle comunità d’accoglienza modenesi; insieme a loro l’educatore e responsabile di una delle comunità, Roberto Malaguti, che li accompagnerà in questo percorso di partecipazione alla vita democratica.
Alì, Rayen, Abdul sono stati indicati dallo staff dei Servizi sociali del Comune di Modena su segnalazione delle comunità di appartenenza in cui si distinguono per l’impegno, la voglia di apprendere l’italiano, di proseguire gli studi o di apprendere un lavoro (Abdul sta seguendo un corso di formazione con l’obiettivo di lavorare nella ristorazione) ma anche per la sensibilità e la cura verso gli altri, quando non addirittura per la capacità nel mediare i conflitti tra coetanei prestando attenzione a conciliare esigenze e punti di vista.
Sono in assoluto i primi minori stranieri non accompagnati a far parte dell’Assemblea. E già dalla prima seduta, anche se “frastornati dalla poderosità della proposta – racconta l’educatore che ha seguito i lavori dell’Assemblea accanto a loro – si sono dimostrati attenti e interessati, desiderosi di partecipare. Vedere poi, anche i loro pensieri e le loro idee condivisi sul grande schermo, insieme a quelli di altri ragazzi e ragazze, ha dato la misura del fatto che qualcosa accade”.
“Incontrare e conoscere gli altri ragazzi”, “condividere con loro pensieri e gli stessi i diritti che per me sono importanti” erano le aspettative con cui Alì, Rayen, Abdul hanno fatto il loro ingresso in Assemblea. Al termine della prima seduta tutti e tre si sono detti “soddisfatti e contenti”, oltre che consapevoli del lavoro che li aspetta, qualcuno entusiasta di aver sentito giovani pronti a pensare agli altri e qualcun’altro ha anche trovato il coraggio di parlare davanti a tutta l’Assemblea che per ciascuno loro si è rivelata “un’opportunità che lo ha fatto sentire meno straniero e più uguale a tutti gli altri ragazzi”.