Non si può restare impassibili di fronte alla disperazione dei 400 lavoratori che non sanno cosa sarà di loro. La miglior risposta deve essere quella del metodo ordinato, dell’organizzazione rigorosa e della totale trasparenza. Un compito che deve giocare la classe politica di Reggio Emilia, alla quale abbiamo dato e daremo tutto il sostegno. Lo abbiamo detto immediatamente e torniamo a ribadirlo: la chiave della vicenda sta tutta qui”.

Così Rosamaria Papaleo, leader di Cisl Emilia Centrale interviene sulla vicenda del rogo che ha incenerito il polo di via Due Canali, ringraziando il Sindaco Marco Massari, il Presidente della Provincia Giorgio Zanni, l’assessore regionale Alessio Mammi e la Prefetta Cocciufa per il primo impegno messo in campo, ma chiedendo anche “un’escalation di rapidità, decisione e coordinamento per mettere in rete le competenze e le idee per non togliere a Reggio 400 posti di lavoro e una filiera importante”.

 

NON FERMARE LA PRODUZIONE

C’è una grande emergenza da affrontare subito: occorre garantire il rispetto dei contratti con i clienti. Inalca rifornisce di carne Coop, Cir ha in corso contratti e appalti importanti. Tutte le energie ora vanno concentrate sulla continuità delle forniture. “Inalca può garantire il ricollocamento di 80 persone. Da quel che sappiamo solo il 29% dei lavoratori interpellati da Inalca per un trasferimento negli altri siti di Piacenza, Castelvetro, Castelnuovo Rangone (frazione di Solignano, ndr) e Pegognaga ha accettato – evidenzia Papaleo –. Le persone al momento temono che le delocalizzazioni siano per sempre. E’ importante, però, che lo sforzo produttivo non si fermi, e su questo punto Cisl, insieme alla categoria Fai Cisl Emilia Centrale, stanno facendo e faranno la loro parte per parlare ai lavoratori e alle loro famiglie”.

DUE MISSIONI PER LE ISTITUZIONI
Ci sono due missioni che il sindacato mette sul tavolo del Comune, della Provincia e della Regione. “Di fronte abbiamo grandi aziende dell’alimentare, Inalca e Quanta, che fanno programmazione industriale e stanno già disegnando il loro riassetto. Le aziende, soprattutto Inalca, vogliono restare a Reggio, sì o no? Questo comporta definire con le imprese perché la produzione e i posti di lavoro a regime tornino a Reggio – osserva la segretaria Cisl –. Ecco la prima missione: le Istituzioni devono chiarire bene questo punto, la cui risposta passa dalla pianificazione territoriale: che tipo di aree occorrono, quanto devono essere connesse con le arterie viabilistiche, se ci sono operazioni possibili di rigenerazione di impianti dismessi e così via. In questo match la Regione ha un ruolo di primo piano”.

Seconda missione: “Le Istituzioni devono aprire un canale urgente con la filiera dei clienti di queste aziende, a cominciare da Coop, il cui contratto a scadenza con Inalca ci risulta appena rinnovato  – spiega Daniele Donnarumma, segretario generale degli alimentaristi di Fai Cisl Emilia Centrale –. Inalca sta adattando i poli di Piacenza, Castelvetro e Castelnuovo Rangone, gli unici adeguati al tipo di prodotti  richiesti dal contratto Coop. Riteniamo che a fronte di un grande sforzo produttivo e del sacrificio dei lavoratori per garantire il rifornimento di carni, debba corrispondere la disponibilità al dialogo e al non staccare la spina”.

HANNO FUNZIONATO I SISTEMI ANTINCENDIO?
Il sindacato pone anche una domanda.  “Le indagini sulle origini del rogo sono in corso. Un dato ci ha colpito: in nessuna testimonianza apparsa sulla stampa reggiana si parla delle sirene di allerta per l’incendio in corso – osserva il sindacato di via Turri –. Chiediamo di sapere se i sistemi antincendio hanno funzionato. Da questa tragedia cerchiamo di avere almeno informazioni utili per aiutare una cultura della sicurezza in tutte le aree produttive nel perimetro urbano”.

 

AMMORTIZZATORI PER TUTTA LA LOGISTICA
Intanto, questa mattina si è svolto nell’auditorium Cisl di via Turri il primo, affollato, incontro tra la proprietà e i dipendenti di Fabbrica del Lavoro Srl, la società che gestiva l’appalto logistico per Inalca in via Due Canali. Parliamo di poco più di 100 persone, il 40% delle quali sono donne. Per il momento l’azienda non ha la possibilità di ricollocare i lavoratori in altri appalti attivi sul territorio, anche nel settore ceramico. Gaetano Capozza, segretario di Fit Cisl Reggio Emilia, fa il punto dopo l’incontro, cui hanno preso parte anche i colleghi di Filt Cgil e Uil Trasporti.
Si parte con il Fondo di integrazione salariale (Fis) per tutti, una misura temporanea che permette di ricevere una parte dello stipendio quando l’azienda sospende l’attività. I sindacati hanno richiesto di anticipare i soldi della Fis per evitare di lasciare i lavoratori a bagnomaria per i 30-60 giorni, il tempo che impiega Inps per spedire il primo assegno. Nei prossimi giorni valuteremo se chiedere a Fabbrica del lavoro di farsi carico della differenza che c’è tra lo stipendio dei dipendenti e l’assegno della Fis, che copre solo l’80%”.