L’atmosfera di Art City Bologna accende gli spazi riqualificati dell’Ex Cartiera di Marzabotto. Il cartellone di iniziative culturali, mostre ed eventi che da anni, durante Arte Fiera, propone la contaminazione tra l’arte contemporanea e i territori, fa tappa nel cantiere più suggestivo dell’Appennino bolognese con l’installazione site specific dell’artista argentina Alek O., che per l’occasione ha pensato un’opera generata dalla de-costruzione e ri-modulazione di alcuni elementi di arredo recuperati negli spazi degli ex uffici durante il suo primo sopralluogo di ricognizione.

La nuova apertura al pubblico dell’enorme cantiere prevede una serie di iniziative culturali promosse dal Comune di Marzabotto e dall’Unione dei Comuni dell’Appennino bolognese in collaborazione con MAMbo | Settore Musei Civici Bologna.

Scrive Giulia Pezzoli, curatrice dell’installazione: “Il lavoro di Alek O. è sempre il prodotto di una raffinata trasformazione fisica e concettuale della materia. La sua opera de-costruisce e ri- costruisce, rinnova, modifica e astrae oggetti, forme o immagini preesistenti, rigenerandoli. Che si tratti di tende usate, ombrelli abbandonati, maglioni d’infanzia, vecchie chiavi di casa, tavoli da lavoro ormai in disuso, lampade o reti metalliche, Alek O. smonta e ri-compone attraverso un’azione scultorea che lascia volutamente emergere una forte e profonda connessione con l’oggetto d’origine e il suo passato. Lontani dall’impersonale perfezione che caratterizza l’arte minimale a cui, a un primo sguardo, molta della sua produzione può essere formalmente riconducibile, i lavori di Alek O. trasmettono intimità e familiarità. Le superfici, usurate, asimmetriche e lacunose, sono mute testimoni di gesti quotidiani, di vite vissute, di trascorsi lontani ma presenti. Il processo di recupero e rimodulazione di questi oggetti non li ‘congela’, non li priva della loro storia, al contrario li rivitalizza, donando loro movimento e fluidità in una nuova quotidianità”.

Questa intensa connessione temporale, questo ‘omaggio’ alla memoria, è anche la chiave per comprendere a pieno Non si può tornare indietro nemmeno di un minuto, un’installazione site specific ideata appositamente per gli spazi dell’Ex Cartiera Marzabotto e realizzata attraverso la de- costruzione, la ri-modulazione e l’integrazione con nuovi elementi di alcune plafoniere recuperate dall’artista negli ex uffici dell’area industriale.

Progettata non solo per valorizzare una parte di archeologia industriale ancora perfettamente conservata all’interno della struttura, ma soprattutto per ricordarne la storia e celebrare la nascita della sua rinnovata funzione, Non si può tornare indietro nemmeno di un minuto è un portale, un bagliore che dal sottosuolo emerge verso la superficie, attirando la nostra attenzione su un varco spazio-temporale. Gli elementi luminosi semplici e geometrici, anch’essi (come il tempo del titolo) ridotti a unità elementari, rischiarano parti originali dell’ex cartiera, che rimarranno inaccessibili al pubblico, suggerendo l’immensità di spazi nascosti ma ancora vibranti di memoria.

La riqualificazione dell’area ex Burgo di Lama di Reno fonda il suo principio di azione sulla valorizzazione dell’Appennino bolognese e si pone molteplici obiettivi, tra cui il potenziamento dei servizi sociali e culturali, la rivitalizzazione economica, il rafforzamento del tessuto socio- ambientale e la ridefinizione dell’accessibilità delle infrastrutture.

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