In occasione della Giornata internazionale contro le mutilazioni genitali femminili (Mgf) che ricorre il 6 febbraio, alle ore 10 all’Officina creativa SdFactory (via Brigata Reggio 29) va in scena lo spettacolo “Donne donne ovunque”, ideato dal gruppo Le Mafalde. L’iniziativa – alla quale parteciperanno circa 140 studentesse e studenti del liceo classico Ariosto Spallanzani, dell’istituto Blaise Pascal e dell’Enaip – è promosso dal Comune di Reggio Emilia in collaborazione con il Tavolo Interistituzionale contro le Mutilazioni Genitali Femminili, di cui il Comune è capofila.

Lo spettacolo rappresenta una vera e propria presa di parola delle donne sul tema della violenza di genere in tutte le sue forme, sui diritti delle donne e, in particolare, su quelle all’integrità della persona. Un focus specifico sarà infatti dedicato alle Mgf, un tema sul quale il Comune lavora da tempo grazie anche all’adesione al progetto regionale per “la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile”.

Lo spettacolo sarà preceduto dagli interventi dell’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti e dal direttore delle Attività Socio Sanitarie dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia Alberto Ravanello.

“Dal 2013 Reggio Emilia – dice l’assessora alle Pari opportunità Annalisa Rabitti – ha avviato una progettualità che agisce sulla prevenzione, l’informazione e la formazione per difendere donne e bambine che si trovano a sopportare le sofferenze dovute alle MGF. Non esiste nessuna ragione o giustificazione accettabile né sanitaria, né religiosa, né socio culturale per infliggere alle donne dolori, lacerazioni e ferite fisiche e psichiche che accompagneranno per sempre la loro vita. Crediamo che tali pratiche non debbano avere nessuna mediazione, ma solo ferma opposizione e decisa condanna, anche relativa a qualsiasi medicalizzazione o manipolazione allusiva, come ad esempio il rito simbolico alternativo. Tale cammino è stato intrapreso attraverso una narrazione integrata, completa ed inclusiva, che mette in evidenza anche l’attivismo delle donne africane, dei paesi arabo musulmani, dell’Asia e di tutti coloro che hanno militato e militano per contrastare le MGF. Gli incontri con le comunità presenti sul territorio reggiano, come quella del Burkina Faso e la comunità Egiziana, e il Patto siglato con la Comunità Nigeriana per il contrasto alle MGF, sono una dimostrazione che la strada della prevenzione, del dialogo, del confronto anche su temi delicati come le Mutilazioni Genitali Femminili, è possibile”.

“Riteniamo che la numerosa presenza allo spettacolo delle ragazze e dei ragazzi – conclude l’assessora Rabitti – possa avere un importante ruolo nella conoscenza e nella sensibilizzazione verso questo delicato problema fra coloro che un domani saranno futuri operatori del settore medico-sanitario”.

“Il tema delle Mutilazioni Genitali Femminili è tanto sotterraneo e sfuggente quanto drammaticamente ancora vivo nel tessuto sociale di alcune comunità presenti nel nostro territorio e ancora prima nella loro cultura – dice il dottor  Alberto Ravanello – Proprio in merito alla questione culturale, mi ha molto colpito un passaggio della straordinaria pubblicazione del Comune di Reggio Emilia “Libera dalle Mutilazioni Genitali Femminili” in cui Faiza Mahri, formatrice e mediatrice culturale, scrive: ‘La forza della tradizione è più forte del dolore di questa bambina, delle sue lacerazioni e delle sue ferite che resteranno per sempre impresse nella sua mente, nella sua memoria, nella sua vita e i suoi ricordi non potranno mai più dissociare dalle indelebili ferite il “tradimento” delle persone più vicine a lei e si chiederà per tutta la sua vita senza avere sensate, ragionevoli e logiche risposte: “come fanno i miei genitori, i miei nonni, i miei parenti e il mio villaggio a gioire del mio profondo, amaro e straziante dolore?’ Parole dure, profonde, che scuotono la nostra coscienza e ci mettono di fronte alla necessità di fare qualcosa di concreto, ma cosa? Se le campagne contro le Mutilazioni Genitali Femminili si fermano solo a livello legislativo perseguendo i colpevoli e inasprendo le pene abbiamo svolto solo una piccola parte del nostro lavoro, abbiamo solo tacitato la nostra coscienza ma non affrontato alla radice il problema. Dobbiamo investire in prevenzione e sensibilizzazione che passano attraverso l’informazione dal punto di vista sanitario, culturale e giuridico, dobbiamo proseguire negli incontri con le comunità che ci aiutino ad aprire riflessioni su come lavoriamo, su come nella nostra pratica quotidiana possiamo dotarci anche di piccoli accorgimenti che favoriscano un approccio adeguato ed empatico a storie laceranti di sofferenza, storie che segnano per tutta la vita”.

Anche le Biblioteche comunali partecipano alle iniziative di sensibilizzazione sulle Mgf grazie all’allestimento di una vetrina online consultabile alla pagina https://opac.provincia.re.it/opac/list/mgf/421221567668, con una selezione di libri a tema posseduti dalle biblioteche cittadine e provinciali del sistema bibliotecario reggiano. Tutti i materiali in lista, sono accessibili al prestito e posseduti dalla Panizzi e/o dalle biblioteche del Sistema bibliotecario Reggiano.

 

IL PROGRAMMA – All’iniziativa prenderanno parte e interverranno le studentesse e gli studenti delle classi terza B, quarta B, quinta B del Liceo Classico Ariosto Spallanzani del percorso di curvatura biomedica, accompagnati dalle professoresse Annarita Perisi, Claudia Biagini, Giovanna Cervone ed Elisabetta Grisendi, e le studentesse e gli studenti del Blaise Pascal frequentanti la classe quarta del liceo delle scienze applicate e il percorso di curvatura biomedica accompagnati dalle professoresse Eleonora Franchini e Monica Govi. All’incontro saranno presenti anche le studentesse e gli studenti dell’Enaip, della seconda e terza annualità–operatori trattamenti estetici, accompagnati dalla coordinatrice Sofia barbieri, dall’insegnante Claudia Tua e dalla tutor Alessia Albarelli.

L’ iniziativa prevede inoltre i contributi degli esperti socio-sanitari che durante il tavolo tecnico hanno messo a disposizione la loro esperienza, mettendosi in gioco nella performance teatrale, per approfondire la tematica da più punti di vista socio sanitario e giuridico oltre che personale e in particolare di: Valentina Parrotti, ostetrica presso Arcispedale Santa Maria Nuova; Andrea Foracchia, ginecologo e ostetrico, presidente Medici con l’Africa Modena e referente del Tavolo Interistituzionale per la prevenzione e il contrasto alle Mutilazioni Genitali Femminili; Serena Corsi, socia fondatrice dell’associazione Nondasola- Reggio Emilia. Al termine ci sarà spazio per un dibattito con gli studenti, e ad un intervento della referente della comunità egiziana Sara El Meligy.

La mattinata sarà occasione per discutere su quali strategie sanitarie sono necessarie per contrastare le MGF, nonché gli aspetti culturali e gli approcci da adottare con le donne provenienti da paesi a pratica mutilatoria, promuovendo un approccio transculturale privo di pregiudizi e stereotipi che metta in evidenza l’importanza dell’aspetto preventivo e di sensibilizzazione.

LE MAFALDE – LeMafalde è un collettivo teatrale, nato tra il 2012 e 2013 dalla volontà di Giorgia Margini, Marianna Calia e Renata Montanari di portare in scena nella realtà reggiana lo spettacolo “I monologhi della vagina” con lo scopo di sensibilizzare, contrastare e combattere la violenza sulle donne e la violenza di genere in ogni sua forma. Nel corso degli anni, lo spettacolo, rimanendo sempre confidenziale e incentrato sul femminile, è cresciuto, si è modificato ed è in continua evoluzione; dal 2023 include anche diversi pezzi originali scritti da alcune delle attrici. In scena ci sono attrici ed attori non professionisti, che mettono a disposizione il loro tempo ed il loro entusiasmo con l’intento di diffondere consapevolezza attraverso il forte mezzo teatrale.

Attraverso questo progetto si vogliono portare in scena in modo sincero e anche ironico, tematiche quotidiane che ruotano attorno all’universo femminile dando un punto di vista che non si limiti al mero resoconto dei fatti, ma in grado di sensibilizzare lo spettatore con spunti che portano a far riflettere su abitudini che spesso abbiamo nel quotidiano e che diamo per scontato.

Si vogliono toccare quelle tematiche come la disparità di genere, la violenza fisica e psicologica, il sessismo, la prevaricazione; temi che non si possono ancora ignorare in quanto ancora molto radicati nel tessuto sociale e culturale in cui viviamo.

La pièce teatrale non è solo uno spettacolo, ma uno spiraglio aperto sul nostro mondo interiore e sulle infinite possibilità di cambiamento che puntano a un futuro in cui tutte e tutti possano davvero riconoscersi liberi.

LE MGF – L’Organizzazione mondiale della Sanità definisce le mutilazioni genitali femminili come “forme di rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre modificazioni indotte agli organi genitali femminili, effettuate per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche”. L’espressione è stata adottata nel 1990 ad Addis Abeba dai 118 delegati di 28 Paesi e varie agenzie dell’Onu.

Si stima che nel mondo siano circa 200 milioni le donne e le bambine che hanno subito e convivono con una mutilazione genitale. Entro il 2030, se non si attueranno strategie di contrasto e di educazione, si prevede che saranno 68 milioni le donne e le bambine a rischio. Il 6 febbraio si celebra la giornata mondiale indetta dall’Onu per l’eliminazione delle mutilazioni genitali femminili. Il 20 dicembre scorso l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione di messa al mando universale di questa pratica, ora però spetta agli stati membri approvare leggi per mettere fine all’impunità, proteggere le donne e organizzare protezione e assistenza sanitaria e psicologica per le vittime. Sembra una realtà lontana, confinata a zone circoscritte dell’Africa, e invece l’immigrazione ha portato la pratica fin qui, nonostante i divieti esistenti in Italia in altri paesi europei. “Dal punto di vista antropologico – si legge su una nota diffusa da Genere femminile in questi giorni – secondo la prospettiva della cultura d’origine, le mutilazioni costituiscono il diritto di accesso alla comunità delle donne, al proprio ruolo sociale e garantiscono, in relazione al matrimonio, l’accettazione da parte dell’uomo. Da un punto di vista medico, in una prospettiva occidentale, le mutilazioni possono avere effetto sulla sfera della sessualità e nei rapporti; costituire un limite importante al parto; complicare le infiammazioni e il decorso delle patologie e rischiare di ridurre la salute riproduttiva della donna”.

Da tempo il Comune di Reggio Emilia si è impegnato su questo tema, aderendo al progetto regionale per “la prevenzione e il divieto delle pratiche di mutilazione genitale femminile” che fa riferimento alla legge del 2006, e promuovendo diverse iniziative di informazione, formazione e di sensibilizzazione per il contrasto delle MGF.

A tale proposito ha promosso la formazione di un Tavolo interistituzionale composto da: Servizi comunali, Azienda Usl-Irccs di Reggio Emilia, Istituzione Scuole e Nidi d’infanzia, Ordine dei Medici chirurghi e degli odontoiatri di Reggio Emilia, Fondazione Mondinsieme, associazione NondaSola di Reggio Emilia, Forum Donne giuriste di Reggio Emilia, Associazione Italiana Donne Medico, Associazione medici con l’Africa di Modena e Reggio Emilia, associazione Donne immigrate dell’Emilia-Romagna, Comunità egiziana di Montecchio e di Reggio Emilia, Organizzazione italo-marocchina di amicizia e cooperazione di Reggio Emilia e provincia (Oimac), Comunità nigeriana di Reggio Emilia, Unicef, Amnesty International.

Nel corso del 2024, il Tavolo interistituzionale promuoverà una serie di azioni rivolte agli operatori socio sanitari con una progettazione relativa ad una formazione specifica sul tema.

In quest’ottica di collaborazione, il 6 febbraio 2019, è stato sottoscritto il Protocollo d’intesa per il contrasto alle Mutilazioni genitali femminili, che impegna gli enti, le istituzioni e le associazioni territoriali di riferimento a condividere e rendere più efficaci le azioni per promuovere sinergie di intervento in materia di contrasto alle mutilazioni genitali femminili, ognuno con la propria competenza. Il documento mira inoltre a creare una sinergia tra i vari livelli istituzionali e i soggetti privati attivi sul territorio per una rete finalizzata al contrasto delle mutilazioni genitali femminili, prevedendo anche un piano di azione che contenga strategie e metodologie di lavoro condivise al fine di conoscere e contrastare i vari aspetti del problema. Con il Protocollo si gettano dunque le basi per un comune impegno sul piano politico/culturale attraverso interventi di sensibilizzazione e azioni di tipo operativo nelle istituzioni, nella scuola, nel lavoro e in qualsiasi ambito di socializzazione.