Il Distretto di Mirandola aggiorna e potenzia la rete di contrasto alla violenza domestica e di genere, con un protocollo operativo che definisce procedure e azioni condivise tra i diversi soggetti che ne sono parte.
Il documento, frutto del lavoro del tavolo tecnico composto da istituzioni e associazioni del territorio, sarà presentato sabato 1° febbraio, alle ore 10 presso la sala del Consiglio di San Felice sul Panaro in Piazza Italia 100: un momento pubblico di informazione e confronto sull’importante tematica, su cui agiscono professionisti e servizi di diversi enti, tra cui l’Azienda USL di Modena, i Servizi sociali dell’Unione dei Comuni modenesi di Area Nord, i Comuni di Finale Emilia e di Mirandola, l’Ufficio di piano distrettuale, il Centro antiviolenza, le Forze dell’Ordine e della Polizia Locale, le Istituzioni scolastiche e le Farmacie.
Il continuo confronto nel Tavolo Interistituzionale Distrettuale ha permesso di ampliare e consolidare la rete dei soggetti già esistente nei nove Comuni dell’Area Nord, identificando le singole modalità di intervento e precisando i percorsi di collegamento. Attraverso alcuni incontri, è stato possibile redigere, condividere e validare singole procedure standard di intervento interdisciplinare per le diverse fasi della presa in carico della donna che subisce violenza.
In particolare, le procedure sono state elaborate considerando cinque fasi principali: l’accoglienza della donna e l’eventuale messa in protezione; il percorso di accompagnamento ai vari servizi della rete; il percorso di sostegno e consulenza; il percorso di reinserimento attraverso progetti che favoriscano l’autonomia; la sensibilizzazione e la formazione (con iniziative rivolte sia agli operatori e alle operatrici dei servizi della rete sia ai cittadini, come quella in programma sabato, e in particolar modo alle giovani generazioni, con il coinvolgimento delle scuole).
“Riteniamo che le procedure descritte nel protocollo – spiega Annamaria Ferraresi, Direttrice del Distretto di Mirandola, che interverrà per i saluti iniziali insieme ai rappresentanti delle istituzioni e dell’associazionismo – siano uno strumento in costruzione, aperto a future integrazioni, ampliamento, miglioramento e pronte ad accogliere nuovi attori, per affrontare insieme la complessità che la violenza di genere comporta. La natura del fenomeno fa sì che il modus operandi non possa essere una semplice trasmissione di conoscenze finalizzate alla realizzazione di una rete di servizi, ma debba portare alla condivisione dei saperi e delle metodologie di intervento, nonché all’acquisizione di una mentalità di rispetto tra i generi. Proprio per questo è molto importante il coinvolgimento attivo delle scuole, affinché questa mentalità si possa radicare nelle nuove generazioni”.