Lunedì 27 gennaio 2025, in occasione del Giorno della Memoria, un ulivo è stato portato a Cavriago come simbolo di speranza e resistenza. Gli anziani della Casa Residenza e del Centro Diurno di ASP Carlo Sartori, insieme a un gruppo di volontari e familiari, hanno portato il giovane albero in Comune, dove ad attenderli c’era l’Assessore alle Politiche Sociali Sonia Borrelli.
La Responsabile della Struttura, Raffaella Lovaglio, ha aperto la cerimonia, con una breve spiegazione dell’evento. “Nei giorni precedenti, gli anziani hanno avuto modo di riflettere sui temi della memoria e della speranza, condividendo pensieri e ricordi che sono diventati un vero e proprio testimone per le generazioni future. Tra i messaggi più significativi, uno ha colpito tutti: “Studiate ragazzi, lo studio apre la mente e allontana l’ignoranza. Siate rispettosi, curate la famiglia, imparate a stringere i denti quando la vita si fa più dura. Lavorate sodo, insieme, e fate del Bene!” Un consiglio che arriva dalla saggezza di chi ha vissuto il passato, ma con l’augurio che queste parole possano essere un segno di speranza per chi verrà. Ha spiegato il significato di questo gesto, parlando della forza delle radici e della giovinezza dell’albero, che rappresentano la memoria e la resistenza. “Volevamo ricordare questa giornata aprendo un ponte, e una giovane pianta di ulivo è il messaggio che meglio rappresenta questo passaggio: la forza che nasce dalle radici, la storia che racconta e la capacità di resistere e rinnovarsi”.
Le sue parole sono state accompagnate dall’intervento dell’assessore alle Politiche Sociali, Sonia Borelli, che ha sottolineato l’importanza di custodire la memoria come strumento per le generazioni future: “Crediamo nella forza della memoria, nelle mani nodose che hanno lavorato la terra, nelle voci di chi ha vissuto quei tempi. Oggi, con la testa alta e il petto gonfio di orgoglio, questi testimoni ci affidano il loro sapere e il loro coraggio, affinché la memoria non venga mai dimenticata.”
La cerimonia si è conclusa con due riflessioni particolarmente profonde, emerse durante le attività di focus che hanno preceduto l’evento. Una riguarda il dramma vissuto dalle madri durante la guerra, che hanno visto partire i propri figli senza mai rivederli: “Non c’erano solo buoni o cattivi da ambo le parti. Abbiamo creduto in un’idea e l’abbiamo difesa con tutte le nostre forze. Le madri di allora sono state le vere eroine.”
Un altro pensiero ha invitato tutti a non dare per scontato il presente e a valorizzare le opportunità offerte dal nostro tempo: “Oggi avete a disposizione tante opportunità, forse anche troppe. Ma non sempre riuscite ad apprezzare la bellezza di vivere in questo tempo, ricco di possibilità. Se farete buon uso della memoria e della tecnologia, darete un senso al tempo che vi è stato dato.”
Infine, un sentito ringraziamento è stato rivolto al personale di servizio, alle volontarie e all’Auser, che hanno dato un supporto fondamentale nell’organizzazione dell’evento, in particolare nei trasporti, e che ormai fanno parte attivamente del gruppo di lavoro. Il loro impegno e dedizione sono un segno tangibile di come, insieme, si possa costruire un legame solido tra le generazioni, mantenendo viva la memoria e la speranza nel cuore della comunità.