Due appuntamenti da non perdere nei prossimi giorni al teatro Tagliavini di Novellara. Sabato 25 gennaio “Il vecchio, la ragazza, la luna”, mentre lunedì 27 gennaio, in occasione della Giornata della Memoria, verrà messo in scena “75190, la storia di Liliana Segre”.
Se scoprissi che tutto ciò che ti fa ricordare qualcosa che ti fa soffrire potrebbe sparire velocemente ed essere dimenticato, cosa faresti? Cosa te ne fai di tutti quei ricordi ed emozioni se ormai è tutto finito?
Parte da questo interrogativo lo spettacolo “Il vecchio, la ragazza, la luna” una Produzione Amigdala APS per la regia di Massimo Arduini, che risponde che forse, così come è stato descritto da tanta letteratura, esiste veramente un passaggio verso un mondo lontano, un luogo dove tutte le cose perse e dimenticate sulla Terra vengono radunate e custodite. Con il sostegno di uno zio da tutti considerato pazzo, la nostra protagonista intuisce che questa possibilità potrebbe essere la sua occasione di cancellare dalla sua mente tutti i suoi ricordi sgraditi. Raggiungere quel luogo diventerà allora l’obiettivo di tanti, pronti a riprendersi ciò che desiderano riavere o a liberarsi di ciò che non vogliono più…. Ma le cose non sono così facili, nemmeno se ad aiutarci c’è la magia.
Appuntamento da non perdere, per motivi artistici, storici e umani, quello in programma lunedì 27 gennaio. In occasione della Giornata della Memoria al Tagliavini va in scena in prima nazionale “75190, la storia di Liliana Segre”, spettacolo ad ingresso gratuito senza prenotazione. Il Tagliavini, nell’80esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, propone questa rappresentazione per la regia di Domenico Ammendola, con Francesca Picci, produzione di NoveTeatro, con la collaborazione produttiva del Comune di Novellara e la partecipazione degli studenti.
Uno spettacolo di narrazione con musica dal vivo sulle parole di Liliana Segre, perché sia testimonianza di un orrore che sempre si fatica a comprendere, ma testimonianza di una storia – come non manca mai di ricordare in apertura dei propri interventi la stessa Segre – che finisce bene.
Ci sono biografie che chiedono di essere raccontate, vite che attraversano la Storia e ne diventano testimonianza. Come quella di Liliana Segre. Sono le circostanze in cui ha vissuto, l’Europa dell’affermazione dei regimi nazifascisti, delle leggi razziali, della Shoah che hanno deciso della sua vita e l’hanno resa una storia da raccontare. Ebrea, cresciuta in un ambiente laico, Liliana Segre, nata a Milano nel 1930, viene arrestata e deportata al campo di concentramento di Auschwitz, quando aveva 13 anni anni. Da quell’inferno farà ritorno soltanto a guerra finita. Liliana Segre, oggi senatrice a vita della Repubblica Italiana, ha attraversato quello che le accadeva intorno “un passo davanti all’altro” in “una marcia verso la vita”, mostrando la forza straordinaria delle persone comuni che non scelgono di essere eroi o eroine, ma sono chiamati a esserlo per a vivere; come lei stessa dirà di sè ripensando a quei momenti, in fondo altro non ero che “una bambina come mille altre, come milioni di altre bambine sotto tutte le latitudini e sotto tutti i cieli”. Per lungo tempo Liliana Segre non parla della propria storia, di quello che ha visto, di quello che è stato. Solo silenzio. Sarà la nascita del nipotino Edoardo a muovere in lei qualcosa di potente. Nel momento in cui diventa nonna, Liliana avverte un cambiamento, sente che dopo 45 anni di silenzio è in grado di parlare, e decide di essere testimone di quello che ha visto e vissuto: vuole raccontare ai ragazzi e alle ragazze, di chi è stato ucciso “per l’unica colpa di essere nato”. Da questo momento incontrerà i ragazzi e le ragazze delle scuole, si farà testimone, parteciperà a incontri, rilascerà interviste, non smetterà di prendere posizione contro qualsiasi discriminazione. Lo spettacolo Liliana Segre è uno spettacolo di narrazione, costruito attraverso le sue parole, perché sia testimonianza viva di un orrore che sempre si fatica a comprendere, ma testimonianza di una storia – come non manca mai di ricordare in apertura dei propri interventi la stessa Segre – che finisce bene.
“Quest’anno la Giornata della Memoria – ha dichiarato Eva Lucenti, assessora a servizi educativi, politiche culturali e interculturali, pari opportunità del Comune di Novellara – ha una rilevanza ancora più particolare, sia per le situazioni di conflitto nel Mondo, sia per il fatto che si ricorda l’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz. Le voci dei testimoni di quelle vicende dove l’umanità sembrava essere sprofondata in un abisso d’odio si stanno affievolendo. Per questo, come amministrazione, abbiamo coinvolto i ragazzi nella rappresentazione della vita di Liliana Segre e deciso di aprire a tutti la partecipazione, con l’ingresso libero e senza bisogno di prenotazione allo spettacolo. Mi auguro di vedere il teatro pieno soprattutto di ragazzi perché sentano, con le parole di chi ha vissuto quegli anni, e capiscano che la libertà è un diritto che va difeso e conquistano ogni giorno”.