Oltre duecento interventi di soccorso sanitario sulle piste del comprensorio sciistico del Cimone dall’apertura degli impianti, a metà dicembre, fino al 6 gennaio scorso.

I tanti turisti che, complici le abbondanti nevicate, hanno affollato l’Appennino durante le vacanze natalizie, hanno potuto beneficiare di un’assistenza sanitaria sul posto grazie alla  collaborazione, ormai trentennale, tra Ausl Modena e Consorzio stazione invernale del Cimone. Nel corso degli anni si è infatti sviluppato un sistema organizzato di soccorso sulle piste che coinvolge diversi soggetti in stretta collaborazione: Servizio Emergenza Territoriale 118 Modena, Federazione italiana soccorso piste Cimone aps, il Soccorso Alpino e Speleologico Emilia-Romagna (Saer) i Carabinieri sciatori soccorritori, Centrale operativa 118 Emilia-Est.

Tutte le località del comprensorio  – Cimone, Passo del Lupo, lago della Ninfa, Cimoncino, le Polle – vengono raggiunte in caso di necessità da medici e infermieri della Fisps, personale sanitario per la maggior parte del 118 Modena, che in forma volontaria garantisce assistenza tutti i giorni (durante l’apertura degli impianti) con rafforzamento di personale durante le vacanze natalizie. Una ventina di professionisti, formati per lavorare in emergenza-urgenza, sanno sciare e si muovono guidando motoslitte attraverso le piste da sci, assieme ai Carabinieri soccorritori. Tra l’altro, nell’ottobre scorso la Fisps Cimone aps è stata riconosciuta come membro di ICAR (International Commission Alpine Rescue) con un proprio delegato nella commissione.

In poco più di venti giorni gli interventi sanitari sono stati 215 per altrettanti infortuni, numeri in linea con le stagioni invernali a pari nevicate. Al primo posto tra le cause vi sono le cadute accidentali, seguite da malori, collisioni tra persone, fuori pista, scontri sulle piste da bob, infortuni che hanno provocato distorsioni, fratture, contusioni ferite.

Il sistema di soccorso è integrato e immediato: il 118 riceve la richiesta di aiuto, la Centrale operativa allerta i colleghi della Fisps che hanno la sede operativa in un ambulatorio a Passo del Lupo. L’infortunio viene subito identificato attraverso un codice colore in base alla gravità, esattamente come avviene su strada, per capire che tipo di intervento organizzare e quali mezzi e personale inviare. Parte quindi la motoslitta del personale sanitario, organizzato in base alla gravità, accompagnata dai Carabinieri con la motoslitta che traina il carrello per il trasporto feriti. Da Passo del Lupo, in 3 o 4 minuti il mezzo è in grado di arrivare in tutte le località del comprensorio sciistico. Il paziente viene stabilizzato sul posto, può essere poi trasportato nell’ambulatorio dove viene visitato dal personale Fisps e, se necessario, condotto in ambulanza negli ospedali del territorio. Nei casi più gravi interviene l’Elisoccorso con personale 118  e del Saer, come è accaduto lo scorso 31 gennaio a Passo del Lupo quando un turista di 51 anni di origine toscana è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Baggiovara per sospetto infarto. In quel caso i sanitari della Fisps hanno effettuato un elettrocardiogramma sul posto, trasmesso con il sistema di telemedicina alla Cardiologia di Baggiovara. In 54 minuti dalla chiamata al 118, l’uomo è arrivato nel reparto di Cardiologia. Tra gli altri interventi, si segnala il 21 dicembre un soccorso ad una sciatrice che ha riportato una frattura scomposta a seguito di una caduta, e un intervento il 4 gennaio per una persona ferita sempre seguito di una caduta, questa volta camminando nel bosco scopra il lago della Ninfa.

“Questo sistema di soccorso sanitario direttamente sulle piste ha permesso l’ottimizzazione delle risorse e la riduzione dei tempi d’intervento portando direttamente sul luogo dell’evento un sistema all’avanguardia altamente professionale – sottolinea Fabio Mora responsabile delle professioni sanitarie del Dipartimento Emergenza-Urgenza di Modena-  personale sanitario presente direttamente sulle piste da sci ha permesso la gestione diretta dei pazienti con criticità minori, assicurando un rapido e primo intervento, spesso anche risolutivo senza necessità di invio al Pronto soccorso’”.