Al mattino si commemora l’80esimo anniversario della “Battaglia di Canolo”, che si combatté il 25 gennaio 1945. Al pomeriggio, dalle 17:30 con partenza dal Parco della Memoria, si terrà invece la Fiaccolata della Memoria che si concluderà in centro storico, sotto il monumento della Vittoria Alata.
A partire dalle 9:45 a Canolo si terrà la deposizione di fiori Ore 9.45 in via Bonacina: deposizione di fiori sul cippo di Vittorio e Vandina Saltini. Ore 10.15 ritrovo in via Canolo (di fronte alla Chiesa) per il corteo con deposizione di fiori sui cippi e sui monumenti in via Lupi e Sabbietta e in via Canolo. Ore 11 presso il Monumento di Don Pasquino Borghi: deposizione di fiori. La Banda cittadina L. Asioli accompagnerà il corteo. Alle ore 11:15 presso la Chiesa parrocchiale di San Paolo c’è in programma la Santa Messa.
A partire dalle ore 12.15 presso la polisportiva La Canolese gli interventi di Fabio Testi, sindaco di Correggio, Giuseppe Lini, Presidente Anpi Correggio e del consigliere regionale Andrea Costa.
A seguire il Pranzo Resistente (info e prenotazioni: cell. 347 5028031)
Nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, presentazione del libro “I treni della felicità a Correggio – Storie di solidarietà e accoglienza” di Cecilia Anceschi
Dalle ore 10 alle 12 e dalle 15.30 alle 20 in via Canolo 46/a sarà aperta la mostra di reperti della Prima Guerra Mondiale ampliata e arricchita con la ricostruzione di oggetti del soccorso sanitario, a cura di Ferrino Manicardi.
Al pomeriggio, a partire dalle 17:30 dal parco della Memoria si terrà la Fiaccolata della Memoria, con il corteo che partirà dal centro del parco fino ad arrivare in centro storico a Correggio dove, sotto il museo della Vittoria Alata, si terranno gli interventi dei rappresentanti della associazioni e dei partiti politici che aderiscono all’iniziativa.
La “Battaglia di Canolo” è un episodio bellico che prese il via nella notte del 25 gennaio 1945, quando erano riuniti in una casa di Canolo i comandanti partigiani Guerrino Cavazzoni “Ciro”, Renato Bolondi “Maggi”, Mario Saccani “Nero”, Raul Incerti “Bobi”, Vasco Guaitolini “Biavati”, Abbo Panisi “Nelson”, Egidio Baraldi “Walter”. L’antefatto si svolge la sera precedente, quando Vittorio Saltini, “Toti”, al termine di una riunione segreta e prima di un altro appuntamento a San Michele di Bagnolo, decide di passare a salutare i suoi famigliari, nella casa colonica del fratello Adalciso, nei pressi di Fosdondo. Non sa che i fascisti lo stanno aspettando, ma quando si accorge della trappola fa in tempo a distruggere il verbale della riunione tenuta la sera prima e tenta di fuggire passando per il fienile. Muore crivellato di colpi, alle otto del mattino. Nel pomeriggio, una sua sorella, Vandina, staffetta partigiana, appena rientrata da una missione vede il cadavere del fratello e si scaglia contro i fascisti rimasti sul posto, gridandogli “assassini” e rimanendo anch’essa uccisa da due colpi di pistola. All’alba del 25 gennaio, la casa di Canolo fu accerchiata da truppe tedesche e fasciste e all’intimazione della resa i partigiani presenti decisero di opporre resistenza. Si scatenò così un durissimo combattimento che si protrasse per un’ora. I partigiani tentarono prima di fuggire da una finestra che dava sui campi, ma la strada venne sbarrata da colpi di mitragliatrice. Poi, sparando e lanciando bombe, uscirono dal portone principale, dileguandosi tra le case vicine e nei campi. Riuscirono a salvarsi quasi tutti, tranne due, che si sacrificarono coprendo la ritirata dei compagni: Vasco Guaitolini morì mentre correva verso una mitragliatrice e con lui Abbo Panisi, mentre stava scavalcando una siepe. Alla fine, la casa venne completamente razziata e data alle fiamme.