Hanno una età media di 40 anni, provengono da diverse province del Nord Italia, in prevalenza sono però del territorio. Sono 40 le professionalità, in prevalenza giovani e con lauree in diversi settori di appartenenza, che lavorano a 182 progetti attivi del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e della Mab Unesco. Si sono ritrovati a Ligonchio al Rifugio dell’Aquila per un meeting di scambio di idee e conoscenza reciproca.
Cuore pulsante di questo incontro “l’attrattività” di un lavoro diverso, a servizio del territorio, comprensivo del suo ambiente naturale e dell’uomo. “È stata per noi una giornata di lavoro anche per una conoscenza reciproca tra le tante persone che lavorano al Parco, a fronte di uno staff di dipendenti di sole sei unità” spiega Giuseppe Vignali, direttore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano che ha coordinato la giornata partecipata dal presidente dell’ente, Fausto Giovanelli, e dal consigliere Robertino Ugolotti.
Moltissime le progettualità presentate, molte delle quali intercettano fondi europei che, così, si riversano su attività tra Toscana ed Emilia. Sono intervenuti ricercatori alcuni dei quali, per lavorare qui, hanno abbandonato i posti di origine. C’è chi proviene da Roma, Giulia Gariotto, chi da Treviso, la entomologa Margherita Coviello, chi da Padova il forestale Enrico Fortin, chi da Bologna la zootecnica Chiara Zanasi, da Varese Arianna Garofolin.
Si è iniziato con un riepilogo dell’attività dei Carabinieri forestali nel Parco nazionale dell’Appennino, che ha visto interventi a tutela dell’ambiente (le maggiori irregolarità registrate in accessi senza permesso, auto abbandonate, cavalli senza custodia e raccolte senza permesso). Presentato un particolare “tavolo” da apporre nelle scuole dove, per due anni, i piccoli alunni cureranno la nascita di piantine. Uno staff dedicato è all’opera a “Parchi per il clima”, il programma di interventi destinati alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici da realizzare nei territori dei parchi nazionali del Ministero dell’Ambiente e della transizione ecologica. Con Siti naturali UNESCO per il clima, invece, tramite il Parco nazionale dell’Appennino sono finanziati 82 interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici nei Comuni dell’area MAB finanziati 82 progetti per favorire una mobilità sostenibile, interventi di rimboschimento e gestione delle foreste, servizi di bike sharing.
In via di conclusione il progetto sulla via Matildica del Volto Santo che con 600 mila euro mira a qualificare con cippi, manutenzione, app e guide questo percorso, riconosciuto come Giubilare, tra Mantova e Lucca. Novità in arrivo per la tutela dei Gessi Triassici di Poiano, ma anche nuovi punti info per la Mab Unesco e il Parco nei territori. A Bismantova successo per la gestione del Centro Laudato Si’, luogo di studi, eventi e spiritualità del Parco nazionale. A Ligonchio in arrivo una significativa rivisitazione dell’Atelier delle acque, entro giugno 2025. Tra i progetti europei, diversi i progetti che operano sul lupo e nel delicato rapporto di questo nei territori dove, purtroppo, è spesso vittima di bracconaggio. Altri progetti riguardano il contrasto al cambiamento climatico in Appennino connesso con l’agricoltura, la conservazione del gambero autoctono, il preservare gli ambienti per gli impollinatori di cui sono state presentate alcune criticità, lo studio e la miglioria delle interazioni uomo – natura e gli impatti nelle attività turistiche. Di rilievo la tematica forestale che ha dato vita alla certificazione di foreste per una gestione sostenibile, in una ottica di scambio dei crediti ecosistemici. Un modello efficace per cui si pensa di arrivare, per estensione, a creare crediti di biodiversità che sosterranno altri tipi di tutela per la flora e la fauna.
Particolarmente ricca di iniziative la progettualità in collaborazione con le scuole per l’educazione alla sostenibilità e, a breve, sarà presentata Neve Natura d’Appennino 2025, così come il tema delle infrastrutture verdi (muretti, sentieristica).
“Il modello del Parco nazionale – conclude il direttore Vignali – si dimostra attrattivo, ma anche capace di intercettare le risorse a fronte dell’attività messa in atto dal capitale umano messo in capo. Un impegno anche per i prossimi anni in un contesto internazionale più difficile”.