Prosegue e cresce l’impegno dell’IRCCS sui trapianti di microbiota pediatrico per la cura dei piccoli pazienti oncoematologici. La procedura, che prevede l’utilizzo di microbiota per casi complessi come quello da “malattia di trapianto contro l’ospite” (GvHD), ovvero una grave complicanza di una malattia oncoematologica, è stata effettuata per la prima volta al Sant’Orsola pochi mesi fa.

Il successo del trapianto di microbiota in oncologia pediatrica, infatti, sembra essere superiore in termini di cure della malattia da trapianto verso l’ospite intestinale e per l’eradicazione di batteri multiresistenti rispetto a quanto riportato in letteratura. Patologie che in pazienti con quadri clinici così complessi possono essere molto pericolose.

Proprio pochi giorni fa, inoltre, i professionisti dell’Oncoematologia Pediatrica hanno effettuato il primo trapianto di microbiota pediatrico in trasferta. È la prima volta infatti che il microbiota viene trasportato come un vero e proprio organo, per intervenire sulle condizioni di un bambino di 4 anni che non poteva essere spostato a causa del grave quadro clinico, dall’Ospedale San Matteo di Pavia.

“Un anno straordinario: grazie al trapianto di microbiota abbiamo salvato dieci piccole vite da patologie che, ad oggi, avrebbero avuto scarse probabilità di cura – racconta il prof. Riccardo Masetti, Oncologia Pediatrica dell’IRCCS – Risultati ancora più emozionanti se pensiamo che solo pochi mesi fa effettuavamo la procedura per la prima volta nel nostro Policlinico e sul bambino più piccolo in Europa mai trattato”.

Si tratta della stessa patologia per cui oggi è stato curato il piccolo Marco (nome di fantasia), di quattro anni, affetto da una grave forma di GvHD intestinale, la malattia da trapianto verso l’ospite, resistente alle altre terapie e insorta dopo un trapianto di midollo eseguito per curare la talassemia. “Il piccolo paziente per via delle sue precarie condizioni cliniche non poteva essere trasportato al Sant’Orsola per eseguire la procedura e quindi, – continua Masetti – insieme all’équipe della Gastroenterologia diretta dal prof. Giovanni Barbara, ci siamo recati ad eseguire due procedure di trapianto di microbiota fecale al Policlinico San Matteo di Pavia, dove il piccolo era ricoverato da mesi.”

“Il trapianto di microbiota fecale è stato fondamentale per il nostro piccolo paziente, che soffriva da molti mesi da GVHD acuta refrattaria a tutte le precedenti terapie – commenta Marco Zecca, direttore SC Ematologia 2 – Oncoematologia Pediatrica della Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia – Il bambino ha risposto molto bene al trapianto e ora potrà finalmente affrontare, come ultimo passo, un delicato intervento chirurgico. La disponibilità e collaborazione dei colleghi di Bologna, che colgo l’occasione per ringraziare, sono state fondamentali per il nostro paziente”.

“Siamo contenti di essere diventati un punto di riferimento a livello nazionale anche per i colleghi che seguono con impegno e passione i piccoli con queste gravi patologie – conclude Riccardo Masetti, Oncologia Pediatrica dell’IRCCS – solo pochi mesi fa eravamo stati coinvolti dai colleghi dell’Ospedale Pediatrico Gaslini che ci hanno inviato due pazienti molto piccoli di circa due anni; adesso con il San Matteo abbiamo raggiunto uno step successivo e la capacità di esportare l’esperienza maturata mettendola a disposizione di pazienti che non possono avvicinarsi a noi”.

Una vera e propria rivoluzione che apre sempre di più a nuovi scenari di cura. Ad oggi, infatti, il trapianto di microbiota è autorizzato solo per l’infezione da Clostridium difficile ricorrente o refrattario al trattamento antibiotico standard e applicarlo per la cura di patologie differenti, come in questo caso, richiede un particolare procedimento autorizzativo con il Centro Nazionale Trapianti. Per l’esecuzione di queste procedure, infatti, ogni singolo caso è stato discusso e autorizzato come esecuzione di trattamento sperimentale dal Comitato Etico territoriale e dal Centro Nazionale Trapianti. I clinici, inoltre, saranno presto impegnati nella conduzione di una sperimentazione clinica multicentrica per l’utilizzo del trapianto di microbiota nella cura dei bambini affetti da GvHD resistente ad altri trattamenti.

Solo pochi mesi fa, inoltre, era stato pubblicato su Blood, prestigiosa rivista internazionale in materia, uno studio dell’Oncoematologia Pediatrica dell’IRCCS che prova il collegamento tra il buon esito del trapianto e la salute del microbiota nei pazienti pediatrici. Si tratta del più grande studio al mondo per numero di casi studiati.

Giovanni Barbara e Riccardo Masetti

Cosa è il microbiota

“Il microbiota intestinale è l’insieme dei batteri che abitano il nostro intestino e presenta un materiale genetico cento volte superiore a quello umano. – spiega il prof. Giovanni Barbara, Direttore Gastroenterologia e Responsabile del Centro Trapianto di Microbiota dell’IRCCS. – Possiamo quindi parlare di un vero e proprio ‘partner’ simbiotico che cresce insieme a noi. La sua stretta relazione con le cellule del sistema immunitario lo rende un elemento chiave nella storia naturale di moltissime malattie croniche, infiammatorie, autoimmuni e più in generale immuno-mediate. Oltre a questo, il microbiota svolge altre funzioni chiave come la protezione nei confronti di patogeni, la sintesi di alcuni metaboliti e vitamine fondamentali per il nostro organismo e la regolazione della motilità intestinale. Lo studio della diversità del microbiota è risultato fondamentale per comprendere la patogenesi di moltissime malattie. Attualmente, le strategie di modulazione del microbiota attraverso dieta, farmaci e procedure come il trapianto, rappresentano alcuni tra gli scenari scientifici più attrattivi della medicina moderna”.

 

Il trapianto di microbiota

Il trapianto di microbiota intestinale consiste nel trasferimento di microbiota da un donatore sano, certificato da una valutazione clinica e da uno screening microbiologico, svolti secondo la normativa prevista dal Centro Nazionale Trapianti. In questo modo una preparazione di feci prelevate dal donatore viene infusa nell’intestino di un paziente per eliminare i microrganismi patogeni e ristabilire una composizione ‘sana’ o eubiotica.

 

Diventare donatori di microbiota

Diventare donatore di microbiota è facile, sicuro e oltre a far bene a sé stessi e agli altri e aiuta la ricerca in medicina con uno sforzo minimo. Inoltre il donatore deve essere una persona assolutamente sana e gli esami a cui si viene sottoposti per certificarlo sono di fatto uno screening accurato del proprio stato di salute. Possono diventare donatori uomini e donne di età compresa tra i 18 e i 45 anni in buone condizioni di salute che non abbiano assunto antibiotici negli ultimi 6 mesi. Tutte le informazioni e le modalità, compreso il modulo per diventare donatori, sono disponibili sul sito del Policlinico di Sant’Orsola.

 

Come si sceglie un microbiota perfetto per il trapianto

Il microbiota si ottiene dopo una lunga selezione di potenziali donatori e attraverso l’analisi dettagliata e approfondita del loro microbiota. Queste procedure prevedono una valutazione microbiologica per escludere la presenza di microbi patogeni nel campione del donatore, quindi il prodotto viene trattato e conservato nella banca del donatore di microbiota fino al momento del trapianto. L’arruolamento di potenziali donatori all’IRCCS procede bene, nonostante il processo sia molto selettivo: risultano idonei solo il 10% dei donatori.

 

Le prossime frontiere: “i super donatori”

Il successo del trattamento in questo paziente così piccolo rimette al centro il ruolo sempre più determinante che avranno i progetti sul trapianto di microbiota intestinale dell’IRCCS. Lo studio della composizione del microbiota prima e dopo il trapianto, infatti, permetteranno di comprendere meglio i meccanismi di efficacia della procedura e di agire preventivamente e in modo mirato su ogni singolo paziente per prepararlo ad affrontare al meglio l’intervento.

Sarà possibile, inoltre, identificare specifici profili del microbiota del donatore associati a una migliore risposta del ricevente. Questo si tradurrà nella selezione di “super-donatori” per consentire il trapianto di microbiota sempre più personalizzato, tenendo conto del profilo specifico dell’esigenza presentata dal paziente.

 

Oncoematologia Pediatrica, Dipartimento Ospedale della Donna e del Bambino, IRCCS Policlinico di Sant’Orsola

L’Oncoematologia Pediatrica diretta dal dottor Arcangelo Prete afferisce al Dipartimento Ospedale della Donna e del Bambino dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola. È la più grande struttura regionale di oncoematologia pediatrica e centro di riferimento regionale per il trapianto di cellule staminali emopoietiche. Ogni anno vengono eseguiti circa 25 trapianti di cellule staminali emopoietiche. Afferiscono annualmente circa 80 nuove diagnosi di patologia oncologica, di cui la maggior parte sono leucemie o tumori del sistema nervoso centrale. Gestisce circa 8000 prestazioni ambulatoriali ogni anno e 600 ricoveri. Tra le patologie di maggior grado di specializzazione attualmente sono seguiti in totale più di 100 pazienti con leucemia, 130 pazienti con tumore del sistema nervoso centrale e 40 sarcomi ossei e delle parti molli.

Proprio il Programma trapianto di CSE (cellule staminali emopoietiche) dell’Oncologia Pediatrica dell’IRCCS ha ottenuto la certificazione JACIE. Un accreditamento di eccellenza, riconosciuto a livello internazionale ai centri specializzati nel trapianto di cellule staminali, che apre le porte a nuove linee terapeutiche per i pazienti affetti da leucemia: dalle immunoterapie cellulari (car-t) ai programmi di terapia genica, passando proprio per il trapianto di microbiota fecale.