Santomassimo, Zanni, Rizzuto

Confabitare, associazione proprietari immobiliari, ha tenuto oggi 22 gennaio, una conferenza stampa presso la propria sede in Via Marconi 6/2 per comunicare il sostegno ai cittadini della Val di Zena colpiti dalle devastanti esondazioni del torrente Zena negli anni 2019, 2023 e 2024. L’incontro ha avuto come fulcro la denuncia-querela sporta dall’Avv. Antonio Francesco Rizzuto, socio di Confabitare e proprietario di un’abitazione gravemente danneggiata, contro gli enti preposti per le reiterate omissioni nella manutenzione del corso d’acqua.

Durante la conferenza, il Presidente nazionale di Confabitare, Alberto Zanni, ha illustrato il grave stato di pericolosità del torrente Zena, sottolineando che la situazione è aggravata da carenze strutturali nella gestione pubblica. La querela presentata, redatta dall’Avv. Luigi Santomassimo, evidenzia la mancata messa in sicurezza del torrente, nonostante le ripetute segnalazioni, sopralluoghi e il supporto di consulenze tecniche che documentano la necessità di interventi urgenti.

Gli eventi alluvionali del 2019, 2023 e 2024 hanno provocato ingenti danni, con abitazioni invase da fango e acqua, tra cui quella dell’Avv. Rizzuto, che nell’ottobre 2024 è stata sommersa da tre metri di acqua, dopo aver già subito danni rilevanti nei mesi di settembre 2024, maggio 2023 e novembre 2019. L’assenza di interventi concreti da parte della Regione Emilia-Romagna, della Città Metropolitana e dell’Ente di Bonifica Renana è al centro delle accuse. Tra gli interventi richiesti e mai effettuati figurano il dragaggio del letto del torrente, la sagomatura e il rafforzamento degli argini.

Confabitare rinnova il suo impegno nel sostenere i cittadini colpiti e nel sollecitare le istituzioni a intervenire in modo deciso e tempestivo per evitare il ripetersi di tali tragedie: “Non possiamo accettare che un torrente come lo Zena, che attraversa territori abitati, venga lasciato in uno stato di totale abbandono – ha commentato il presidente di Confabitare – la mancata pulizia del suo alveo è un problema che si trascina da anni, e ogni pioggia intensa trasforma l’area in un campo di battaglia. È inaccettabile che non siano stati effettuati interventi per abbassare il letto del torrente, una misura fondamentale per evitare che l’acqua esondi con questa gravità. E poi, che dire degli argini? Dovrebbero essere la prima linea di difesa, ma sono insufficienti, deboli e incapaci di contenere eventi anche solo moderatamente intensi. Il tutto si inserisce in una gestione delle risorse pubbliche che lascia senza parole. Abbiamo fondi destinati alla manutenzione dei bacini fluviali, eppure sembra che restino inutilizzati o mal gestiti. Questo è un problema di priorità e di volontà politica, e i cittadini della Val di Zena non possono più sopportare le conseguenze di questa incuria. È ora di agire con serietà e responsabilità”, ha concluso Alberto Zanni.