La musica del Santo, per celebrare quest’anno il Patrono di Modena. Nel contesto del recupero delle fonti musicali della Domus Geminiani quasi totalmente inesplorate, sabato 18 gennaio ore 21, viene proposto “Officium Vesperarum Sancti Geminiani”, prima interpretazione assoluta in tempi moderni dei manoscritti musicali cinquecenteschi dell’Archivio Capitolare della Cattedrale di Modena. L’esecuzione del concerto sarà affidata a I Madrigalisti Estensi, diretti da Michele Gaddi, che utilizzeranno strumenti originali o copie fedeli.

Offerta al pubblico per l’occasione una straordinaria raccolta di opere musicali consacrate al Santo, la ricostruzione di un vero e proprio Vespro Solenne dedicato a San Geminiano, così come poteva essere udito agli inizi del XVI secolo, con l’esecuzione di opere scritte appositamente per la Cattedrale da una cerchia di compositori fra i più importanti del Rinascimento: Josquin Desprez, Adrian Willaert, Jacopo da Fogliano, Eustachio de Monteregali.

L’iniziativa è proposta dall’Arcidiocesi di Modena-Nonantola, unitamente al Capitolo Metropolitano, alla Cappella Musicale del Duomo, all’Archivio Storico Diocesano, in collaborazione con l’Associazione I Madrigalisti Estensi con il sostegno di Fondazione di Modena, Fondazione Banco S. Geminiano e S. Prospero ed il patrocinio del Comune di Modena. Il progetto vede la collaborazione di Gallerie Estensi, Franco Cosimo Panini, Associazione Amici dell’Organo “Johann Sebastian Bach” e UniMoRe.

L’ingresso è gratuito su prenotazione, attraverso Eventbrite Fondazione di Modena, mail: eventisangeminiano@gmail.com o tel: 3313469893.

Il pomeriggio di sabato 18 vedrà, alle ore 14, la solenne apertura del sepolcro di San Geminiano, evento che, grazie all’impegno di Davide Zanasi, segretario dell’Associazione Unioni Campanari Modenesi, sarà accompagnato da un’occasione eccezionale: lo “scampanio” dalla Ghirlandina, ovvero l’azionamento manuale (con campane ferme) per la prima volta dopo quasi ottant’anni. La presenza dei maestri campanari sulla Ghirlandina si perde nella memoria del secolo scorso: l’ultima testimonianza di tale arte sulla Torre risale al giorno della Liberazione di Modena, il 23 aprile 1945.
La tradizione campanaria modenese getta radici antichissime e, oltre ad essere testimoniata dalle cronache cinquecentesche, è stata recentemente riconosciuta quale Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO. Per l’occasione sono state richieste e ottenute speciali concessioni dal Comune di Modena, dai Musei Civici e dall’Ufficio Coordinamento del sito UNESCO.

All’apertura del sepolcro, seguirà dalle 15,30 alle 17, presso il Salone dell’Arcivescovado e sempre ad ingresso libero, un ciclo di conferenze aperte al pubblico dal titolo “La musica della Domus Clari Geminiani” con Federica Collorafi, direttrice dell’Archivio Diocesano, Stefano Pellini, organista titolare del Duomo di Modena e Michele Gaddi, direttore de I Madrigalisti Estensi.  Tali conferenze avranno lo scopo di approfondire l’inestimabile valore del patrimonio recentemente riscoperto.

Infine, nei giorni precedenti, il 14, 15, 16 e 17 gennaio dalle 10 alle 18,30 presso le Gallerie Estensi, saranno aperte al pubblico le prove del concerto del 18 (ingresso con il biglietto del museo).