Esattamente 228 anni fa, il 7 gennaio 1797, i costituenti della Repubblica Cispadana scelsero il Tricolore come simbolo della nuova società che ambivano a costruire, ispirati dai principi dell’Illuminismo e della Rivoluzione Francese.

Il Tricolore non fu una scelta casuale o estetica, ma un simbolo che potesse evocare ogni volta valori fondamentali e per loro irrinunciabili:
. l’affrancamento dall’ignoranza, dalla superstizione e dai precetti dogmatici attraverso la scienza e il sapere;
. la lotta contro le profonde e radicate disuguaglianze e povertà del medioevo e dell’Ancien Régime;
. la trasformazione del cittadino, da suddito a protagonista della società.
Sin dalla sua nascita, quindi, la nostra Bandiera MAI ha rappresentato la conservazione del passato, ma sempre la speranza in un futuro migliore e più giusto.
Forse è proprio questa tensione VERSO il cambiamento, questa sua natura di simbolo del divenire piuttosto che del già compiuto, che ha permesso agli italiani di riconoscersi nel Tricolore attraverso le epoche e le grandi sfide della storia.
Dal 1797 in poi, ogni volta che nacque spontaneo un moto rivoluzionario ispirato alla Libertà, all’Unità e alla Democrazia, ecco che il Tricolore tornava a sventolare quale simbolo sotto cui unirsi e battersi.
Gli stessi colori, e gli stessi principi del Tricolore, che sventolarono il 24 aprile 1945 lungo la via Emilia all’arrivo delle Brigate Partigiane e dell’Esercito Alleato, quando la popolazione reggiana si riversò nelle strade per celebrare la vittoria della Resistenza e dell’Antifascismo. In quel momento, il Tricolore tornò a incarnare i suoi valori più alti di libertà, unità, democrazia ed uguaglianza. Valori per cui tanti reggiani e reggiane lottarono, spesso a costo della propria vita.
Reggiani e reggiane come Giacomina Castagnetti, Giglio Mazzi, Giacomo Notari, che quest’anno ci hanno salutato per l’ultima volta lasciandoci in dono i loro anni di lotta e di Resistenza ed i loro ancor più preziosi anni di TESTIMONIANZA al servizio dei nostri giovani e della nostra comunità.
Non tutti, però, ebbero il PRIVILEGIO DEL TEMPO per raccontare. E tra questi i 7 Fratelli Cervi e Quarto Camurri, fucilati dal regime nazi-fascista il 28 dicembre ’43 e ricordati anche quest’anno nel giorno dell’anniversario del loro sacrificio. Una delle, purtroppo tante, date che dolorosamente ci ricordano quanto possano costare la Libertà e la Democrazia.
Ed è proprio in quel giorno che Roberto Fiore ha scelto di annunciare l’apertura di una sede di Forza Nuova a Reggio Emilia, città Medaglia d’Oro al Valore Militare per la Resistenza. Un atto provocatorio, che offende la memoria di chi ha dato la vita per questi valori!
Perché se è vero che la vita e la libertà sono i beni più preziosi che abbiamo, è la Resistenza che ci ha insegnato che per conquistarli serve il coraggio di scegliere da che parte stare.
Ed è questo insegnamento che Reggio Emilia custodisce gelosamente e difenderà sempre.
Reggio Emilia NON DIMENTICA, ne mai DIMENTICHERA’, chi ha combattuto dalla parte giusta della Storia e chi invece l’ha fatto dalla parte sbagliata. Chi ha donato la propria vita per la LIBERTÀ e la DEMOCRAZIA e chi invece l’ha tolta, la vita e la libertà, battendosi per l’antitesi di quei valori!

Oggi, quei principi che il Tricolore rappresenta – di giustizia e democrazia, di uguaglianza e libertà – non sono soltanto un ideale da celebrare, ma devono rappresentare l’unità di misura concreta della compiutezza, o dell’incompiutezza, della nostra Democrazia.
Le tante sfide che siamo chiamati ad affrontare oggi ci ricordano quanto quei valori siano fondamentali, ma anche quanto sia complesso tradurli in realtà.
Basti osservare alcuni dei numeri che fotografano ciò che ogni giorno ci scorre davanti:
. i più di 1.500 giorni di guerra e di invasione russa in Ucraina con più di 1 milione di vite spezzate
. il milione di persone sfollate da Gaza e le più di 45.000 vittime del solo ultimo anno di conflitto
. gli 8 neonati morti di freddo negli ultimi giorni di guerra
. le 920 persone disperse nel Mediterraneo nel solo 2024, in cerca di speranza e opportunità
COME TANTO RACCONTANO, i numeri e le storie ..
. degli 88 suicidi nelle carceri italiane nel 2024
. degli 890 lavoratori morti sul lavoro
. di ognuno dei 109 femminicidi avvenuti nel nostro Paese solo nell’ultimo anno
COME ALTRETANTO RACCONTANO i dati
sulle crescenti povertà economiche ed educative nel nostro Paese e nel mondo intero,
su cui anche il Santo Padre ha recentemente richiamato l’attenzione nel suo messaggio per la 58’ Giornata Mondiale della Pace.

Davanti a questa lunga lista di accadimenti, è doveroso domandarci come rendere concreti, ancora oggi, i valori che il Tricolore incarna da 228 anni. Come rinnovare la speranza che ha guidato i nostri predecessori nel creare una società ogni giorno migliore.
E nel mentre, ricordare chi, come Cecilia Sala, è privata della propria libertà per aver scelto di testimoniare la verità con coraggio. La sua vicenda, e quella di tanti giornalisti indipendenti perseguitati nel mondo, ci ricorda che la libertà di espressione è, e sempre dovrà essere, un pilastro fondamentale della democrazia da difendere e tutelare.

La realtà quotidiana – dicevamo – spesso ci spinge verso l’isolamento, alimentando uno spirito umano forse innato che ci porta a difendere ciò che abbiamo, a volte a discapito del legame con gli altri. È come se fossimo intrinsecamente più portati a proteggerci che a connetterci.
Ed è in questi momenti che la Storia ci offre una lezione preziosa, custodita simbolicamente nel Tricolore: una società è tanto più forte e capace di affrontare le sfide del futuro e del cambiamento quanto più riesce a trasformarsi in COMUNITÀ.
Non una semplice somma di individui, ma un’unione di cittadini e cittadine – ciascuno con i propri bisogni, le proprie caratteristiche ed obiettivi – che, anche se difformi tra loro, hanno la capacità di unirsi per perseguire un bene collettivo.
Per dirla in termini sportivi, come quelli dei protagonisti che seguiranno, ad ESSERE SQUADRA.
Essere squadra, infatti, non significa annullare l’io.
La squadra non è “meno io”, ma il giusto EQUILIBRIO tra tanti “io” che collaborano insieme.
Il Tricolore ci invita a ESSERE SQUADRA nella sua forma più alta e nobile: una comunità capace di costruire e mantenere quel delicato e complesso EQUILIBRIO che tiene uniti tanti individui. Un equilibrio che riconosce e rispetta sensibilità e bisogni diversi, che accoglie pensieri e posizioni dissonanti, ma che rappresenta tuttavia il metodo più efficace per costruire, insieme, il MIGLIOR FUTURO possibile per le nostre comunità.

E allora, è nel Tricolore e nella costruzione di questo rinnovato spirito ed equilibrio di SQUADRA, che possiamo riscoprire le radici ispiratrici della nostra Bandiera, l’interesse comune che spinge ogni cittadino a contribuire al bene comune, la convinzione che fare squadra è, sempre e comunque, una buona idea!

MA “Un’idea (..)
finché resta un’idea
è soltanto un’astrazione.”
⁃ cantava Giorgio Gaber –

“Se potessi mangiare un’idea
avrei fatto la mia rivoluzione!”

Per questo “FARE SQUADRA”, nella vita,
è molto più che una buona idea: FARE SQUADRA, oggi, è a suo modo una RIVOLUZIONE!

W Reggio Emilia!
W l’Italia!
W il Tricolore!