“Imposta iniqua, su cui abbiamo già espresso la nostra contrarietà in occasione del confronto con l’amministrazione comunale di di Formigine: finirà per penalizzare le aziende del territorio, alle prese con crescenti difficoltà e che utilizzano le strutture ricettive del territorio per dare alloggio a personale”.

Così Federalberghi-Confcommercio e Assohotel-Confesercenti commentano la decisione dell’Amministrazione Comunale di Formigine di introdurre l’imposta di soggiorno dal 2025.

“La grandissima parte delle presenze nelle strutture ricettive di Formigine (75-80%) – puntualizzano le due Associazioni di categoria – è imputabile a turismo affaristico, caratterizzato da soggiorni medi oltre le due notti, come dimostrano i dati degli ultimi 8 anni: il soggiorno medio ha ormai superato le tre notti contro il dato di Modena e Maranello, dove un soggiorno medio è inferiore a due notti”.

“Sono questi numeri – continuano Federalberghi e Asshotel – a dare evidenza del fatto che se a Modena e Maranello, come è peraltro sotto gli occhi di tutti, è diminuito il turismo business a vantaggio del turismo leisure (connotato da soggiorni medi inferiori a due notti), a Formigine si è invece consolidata la componente affaristica”.

“L’imposta di soggiorno – prosegue la nota – graverebbe non certo sull’utilizzatore della camera, ma soprattutto sulle aziende del distretto che come noto occupano per il proprio personale e per propri ospiti una parte consistente delle camere disponibili a Formigine: la conseguenza sarebbe dunque quella di appesantire i costi aziendali, già messi sotto stress da una congiuntura economica resa ancora più complicata dalle tensioni internazionali e dalla battuta d’arresto della locomotiva tedesca”.

“Chiediamo al Comune di Formigine –  affermano Federalberghi-Confcommercio e Assohotel-Confesercenti – di rinviare l’introduzione dell’imposta al 2026 e di dar vita ad tavolo tra Amministrazione Comunale e Associazioni di categoria per la definizione condivisa delle priorità su cui impegnare eventuali introiti dell’imposta, che dovranno essere finalizzate all’incremento del turismo ricettivo e non per scopi che nulla hanno a che vedere con quella di potenziare l’attrattività turistica del territorio”.