Stupore e contrarietà. Così Cna, Lapam Confartigianto, Confcommercio e Confesercenti hanno accolto la decisione di alcune amministrazioni comunali, tra cui i Comuni dell’Area Nord, Castelvetro, Fiorano Modenese e diverse località dell’Appennino, di assoggettare al pagamento dell’Imu anche i cosiddetti per i fabbricati collabenti, ossia immobili diroccati e inagibili classificati nella categoria catastale F/2 Questa decisione, infatti, va in direzione opposta al pronunciamento del 16 novembre 2023 del Ministero delle Finanze, che sancisce l’esenzione dal pagamento dell’IMU.
Infatti, secondo quanto stabilito dalla risoluzione e da recenti ordinanze della Corte di Cassazione, questi immobili, non producendo reddito, non sono soggetti al pagamento dell’imposta municipale. Malgrado ciò, diversi comuni stanno richiedendo il pagamento dell’IMU, non tanto sull’immobile stesso, ma sull’area edificabile sottostante, trattandola come se non vi fosse alcun fabbricato.
“Si tratta di un ‘interpretazione – sottolineano le Associazioni – esplicitamente respinta sia dal Ministero delle Finanze sia dalla Suprema Corte e per questo riteniamo che la posizione assunta da queste amministrazioni comunali non solo sia contraria alle indicazioni istituzionali, ma rischi anche di creare disparità di trattamento tributario all’interno della stessa provincia, generando confusione e disorientamento tra i contribuenti. Ecco perché ci attiveremo presso queste Amministrazioni per cercare di modificare il loro orientamento”.