L’Osservatorio italiano sulla povertà energetica (OIPE) insieme a Fondazione banco dell’energia, ente filantropico che ha tra i suoi obiettivi quello di sostenere persone e famiglie vulnerabili e a rischio povertà attraverso progetti solidali, hanno presentato a Milano Luiss Hub i risultati della ricerca sulla povertà energetica in Italia, condotta da Paola Valbonesi, presidente e capo del Dipartimento di Scienze economiche dell’Università degli studi di Padova.

Dati preoccupanti causati dalle crescite delle disuguaglianze e dei costi dell’energia. In Italia ci sono 2,36 milioni di famiglie in povertà energetica, pari al 9% delle famiglie italiane. Dati in forte crescita rispetto al 2022, con un +1,3% pari a più 340mila famiglie che si aggiungono a quelle già colpite dal fenomeno.

Alla presentazione hanno partecipato l’assessore a Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolè, il presidente della Fondazione Banco dell’Energia Roberto Tasca, il segretario Generale Arera Roberto Malaman, e il presidente di Acer Reggio Emilia Marco Corradi, in qualità di presidente di Eurhonet e membro del board Housing Europe.

“All’aumento dei costi dell’abitazione non corrisponde l’adeguamento dei redditi delle famiglie e questo si traduce in crescente disagio abitativo. Quando il rapporto tra costo dell’abitazione (affitto/mutuo, spese energetiche e condominiali) e reddito familiare complessivo supera il 30%, l’alloggio diventa insostenibile, causando morosità o povertà energetica. Ad aumentare il disagio abitativo, si aggiungono i dati in aumento relativi a persone sole, anziani sole e famiglie numerose – ha spiegato Corradi – Per prevenire e arginare queste criticità è necessario mettere in campo misure strutturali per l’efficientamento energetico del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e il rifinanziamento del fondo per la morosità incolpevole, così come occorre il monitoraggio costante dei prezzi del mercato dell’energia. Diventa fondamentale anche l’utilizzo completo e corretto delle risorse messe a disposizione dall’Unione Europea per il contrasto alla povertà energetica, fenomeno che oggi colpisce non solo le famiglie che vivono in affitto in alloggi di edilizia residenziale pubblica, ma anche tante famiglie proprietarie, i cui redditi risultano insufficienti e quindi a rischio povertà”.

Nel 2023 la spesa energetica domestica media delle famiglie italiane si è ridotta del 6,4%, attestandosi a circa 1.800 euro, 120 euro in meno rispetto al 2022, con le famiglie più povere che hanno ridotto i consumi energetici più della media. In particolare, la spesa per energia elettrica e per il gas di rete si è ridotta rispettivamente del 1,9% e del 14,8%, a fronte di una crescita dei prezzi per l’elettricità del 6,2% e di una sostanziale stabilità per il gas. Considerando tutte le fonti energetiche per il riscaldamento, la spesa si è ridotta del 10% rispetto al 2022.

Allo stesso tempo, nel corso del 2023 si è registrata una riduzione progressiva delle politiche di sostegno alla spesa energetica delle famiglie avviata nel corso del 2021 e continuata poi nel 2022, con uno stanziamento di 10 miliardi a fronte di 27,3 miliardi di euro nel 2022. In particolare, per i bonus sociali sono stati stanziati oltre 2,2 miliardi di euro (3,2 nel 2022) che sono andati a beneficio di 4 e 2,5 milioni di famiglie, rispettivamente per il bonus elettrico e per il gas.

La riduzione progressiva delle politiche di sostegno alla spesa energetica colpisce in particolare stranieri e famiglie con minori. In base alle elaborazioni di OIPE, nel 2023 poco più di un quarto delle famiglie in povertà energetica aveva almeno un minore in famiglia: si tratta di circa 693 mila famiglie e di 1,15 milioni di minori, il 10,6% del complesso delle famiglie con minori residenti in Italia. Nel 2023, l’incidenza della povertà energetica nelle famiglie con minori è stata di 2,8 volte più alta nelle famiglie straniere (circa 200mila famiglie, in crescita) per l’effetto congiunto di una maggior concentrazione delle famiglie straniere nei gradini più bassi della distribuzione della spesa e di un numero maggiore di minori in tali famiglie. Un risultato in linea con la quota di famiglie straniere che risulta in povertà energetica in Italia e che, nel 2023, era di oltre il 24%, con forte concentrazione della loro presenza nel Nord Italia.