Si terrà venerdì 6 dicembre alle 18 al Ridotto del Teatro Pavarotti-Freni (ingresso libero fino a esaurimento posti) l’ultimo appuntamento con Pagine di Musica, la rassegna che il teatro dedica alle novità editoriali e ai loro autori. Per l’occasione, Roberto Franchini presenterà il suo ultimo libro, Gramsci e il Jazz (edizione Bibliotheka), insieme al giornalista Michele Smargiassi. Già direttore dell’Agenzia di informazione e comunicazione della Regione Emilia-Romagna, presidente della Fondazione Collegio San Carlo di Modena e del Festival filosofia, Roberto Franchini ha pubblicato di recente Il secolo dell’orso (Bompiani), Prigioniero degli altipiani (La nave di Teseo), L’Ultima nota – Musica e musicisti nei lager nazisti (Marietti 1820) e Magone – Declinazioni di uno stato d’animo (Oligo 2024).
Quella sinfonia dell’irrequietezza, di sottane corte e gambe in aria, che Josephine Baker trasforma in selvaggia seduzione, si presenta agli osservatori e ai critici come un’orgia di suoni e di movimenti, di evasione e di irrazionalità. Gramsci, che nei suoi scritti dedica al jazz solo due appunti occasionali, sembra tuttavia intuirlo perfettamente: in quegli anni a Parigi si gioca l’egemonia culturale dell’intero paese e, considerata la rilevanza della Francia, anche dell’intera Europa, spiega il giornalista e saggista Roberto Franchini nel libro. “Egli teme – spiega l’autore – che finisca per prevalere una cultura elementare e ripetitiva, poco incline alla riflessione, capace di impadronirsi del corpo prima ancora che della mente. Teme una società massificata, consumista, semplificata, meccanizzata, dove il jazz si intreccia con le fabbriche tayloristiche e le città americane popolate di grattacieli”.