Martedì scorso il direttore dell’Unione Bassa Reggiana Nicola Rebecchi, la presidente della Cooperativa Sociale “Il Bettolino” Francesca Benelli e il presidente della Cooperativa Anffas Paolo Gozzi si sono trovati davanti al notaio per siglare l’accordo di costituzione di REFUTURA, una fondazione di partecipazione che farà incontrare la domanda e l’offerta di energia elettrica nella Bassa Reggiana.

Il primo impianto fotovoltaico che entrerà a far parte di questa Comunità Energetica sarà quello realizzato sulla tettoia dell’impianto di lavorazione rifiuti ingombranti da isole ecologiche e plastiche rigide, nel Comune di Cadelbosco di Sopra, finanziato dal PNRR.

Sopra questo importante e innovativo impianto di gestione rifiuti, la S.A.BA.R. S.p.A. ha realizzato un ulteriore impianto fotovoltaico da 455 kWp, che va ad aggiungersi agli altri cinque già realizzati nello stabilimento della società di Novellara degli otto Comuni della Bassa Reggiana, e sarà allacciato alla rete di e-Distribuzione ad inizio 2025.

“La nascita della Comunità Energetica della Bassa Reggiana rappresenta un passo fondamentale verso un futuro più sostenibile e inclusivo – ha dichiarato il presidente dell’Unione Bassa Reggiana Roberto Angeli, neo presidente di REFUTURA – Questo progetto innovativo è un esempio concreto di come la collaborazione tra imprese e istituzioni possa generare valore condiviso, garantendo autonomia energetica, risparmio economico e un ritorno verso la comunità con l’incentivo generato”.

“Attraverso la condivisione di energia da fonti rinnovabili – ha spiegato Angeli – la comunità energetica non solo riduce le emissioni di CO₂, ma promuove anche una nuova cultura della sostenibilità, valorizzando le risorse locali e il senso di appartenenza al territorio. Siamo orgogliosi di vedere la Bassa Reggiana al centro di questa trasformazione. È un segnale forte che dimostra come il territorio sappia guardare al futuro, con uno sguardo responsabile e un impegno concreto verso la transizione ecologica. Per questo ringraziamo il Consiglio dell’Unione Bassa Reggiana che ha votato all’unanimità la delibera di costituzione della Fondazione per la nascita della prima comunità energetica”.

Anche Marco Boselli, direttore S.A.BA.R., ha espresso piena soddisfazione: “La costituzione di questa Comunità Energetica Rinnovabile, voluta dai comuni soci di S.A.BA.R. S.p.A., ha un grande valore aggregativo e sociale. Ci permetterà di continuare ad installare impianti fotovoltaici negli otto Comuni della Bassa Reggiana e di avere a fine anno risorse economiche da utilizzare per la collettività che serviamo ogni giorno. Siamo contenti di essere il soggetto terzo che consentirà di mettere a disposizione dei comuni il know how che, dal 1994, la società e i propri dipendenti hanno sviluppato sull’installazione e sulla gestione di impianti a fonti rinnovabili”.

“I comuni dell’Unione Bassa Reggiana diventano i protagonisti della promozione e lo sviluppo di questo importante strumento nella nostra Provincia, dimostrando come si possano coniugare politiche green, e i relativi benefici ambientali, a progetti sociali e di comunità, generando percorsi virtuosi di crescita del territorio” sostiene Simone Zarantonello, sindaco di Novellara e referente ambientale dei comuni dell’Unione, nonché fondatore, insieme agli altri sindaci, di REFUTURA.

 

Il futuro è nelle comunità energetiche

Con la propulsione degli ultimi anni verso la transizione ecologica, promossa dalla Comunità Europea e concretizzatasi in Italia nel PNRR (68,6 miliardi destinati alla Missione 2 “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”), le energie pulite e la relativa rivoluzione del nostro modello di consumo sono inevitabili.

Ecco perché si parla sempre più di frequente delle comunità energetiche.

 

Cos’è una comunità energetica?

È un insieme di cittadini e/o imprese in libera associazione che, attraverso un accordo formale, realizzano e mettono in opera le infrastrutture energetiche necessarie per produrre energia pulita da fonti rinnovabili (da qui il nome CER, Comunità Energetiche Rinnovabili) e favorirne l’utilizzo localizzato all’interno della stessa comunità, riducendo la richiesta alla rete di Alta Tensione di Terna.

La contemporaneità fra l’energia prodotta dalla comunità e l’istantaneo consumo da parte dei suoi membri viene premiato con un incentivo pari a 100÷120 euro/MWh. Per massimizzare il beneficio dell’incentivo è fondamentale inserire nella comunità non solo cittadini, ma anche enti con importanti consumi diurni. Per esempio, residenti di un condominio, piccole e medie imprese, ospedali, case di riposo, scuole, ferrovie, società del terzo settore… Chiunque abbia consumi energetici – e non sia una grande impresa o un’impresa del settore energetico – può costituire una CER.

Questa libertà consente di unire le forze e dare accesso ai privati cittadini e alle pubbliche amministrazioni a spazi e risorse che, singolarmente, sarebbero inaccessibili.

 

Altri vantaggi delle CER

Oltre ad un significativo incentivo da parte del GSE e alla possibilità di destinare parte  dell’energia prodotta alla collettività, si parla di una capacità concreta di contribuire alla salvaguardia dell’ambiente, sia locale che globale, riducendo sensibilmente il proprio impatto ambientale, senza rinunciare alle proprie abitudini energetiche. È esattamente cosi che si sta muovendo l’Unione Bassa Reggiana insieme a S.A.BA.R.