La presentazione delle proposte dell’Amministrazione comunale di Modena da parte del Sindaco, dell’Assessore all’Ambiente e dei tecnici nel corso della Commissione consiliare che si è svolta martedì 26 novembre ha lasciato diversi dubbi alle associazioni ambientaliste presenti, a partire dal ritorno del cassonetto per la raccolta differenziata di carta e plastica.

Anche a fronte dell’incertezza manifestata su alcuni punti dai rappresentanti dell’Amministrazione nel corso del dibattito con i consiglieri, ISDE Modena, Legambiente e Modena Pulita evidenziano gli elementi di riflessione fondamentali per la discussione pubblica che dovrà senza dubbio andare avanti.

Il primo rischio di questa trasformazione”, sottolineano le associazioni, “è che il cassonetto per carta e plastica, già diventato simbolo della ‘libertà di conferimento’ di cui l’Amministrazione parla, diventi una soluzione tutt’altro che residuale, al contrario di quanto viene dichiarato. Il cassonetto, che sia intelligente o meno, non consente di identificare gli autori dei conferimenti errati, a maggior ragione perché i trasgressori non adopereranno i sacchetti, come invece auspica l’Amministrazione: più facilmente, i conferimenti errati avverranno con sacchetti anonimi o direttamente nella bocca del cassonetto. Difficile pensare di poter identificare gli autori di simili conferimenti, che andrebbero ovviamente a peggiorare la qualità della raccolta differenziata.”

Molto più accettabile, secondo le associazioni, è la diffusione dei bidoni carrellati anche all’interno di recinti o altre strutture chiuse poste nello spazio pubblico e accessibili a un insieme limitato di utenze individuate a monte. “A fronte di una sottrazione di spazio pubblico al pari del cassonetto, il controllo dei conferimenti sarebbe certamente più efficace con i bidoni carrellati se l’obiettivo è quello di eliminare l’esposizione dei sacchetti”, chiosano le associazioni, “che comunque non ci sembra prioritario. Questa soluzione sarebbe applicabile anche per il centro storico, dove si è invece ipotizzato di affiancare alle modalità attuali l’installazione di cassonetti nella corona dei viali.”

Rimane utile, a nostro avviso, lasciare la possibilità di conferire sotto forma di sacchetti nelle situazioni in cui questo facilita la gestione dei rifiuti all’interno di immobili con spazi troppo ridotti per ospitare i bidoni carrellati: questa modalità resta peraltro la più opportuna per ridurre l’occupazione di spazio pubblico, oltre che per garantire la tracciabilità dei rifiuti conferiti.”

Secondo le associazioni, serve poi dare priorità e tempo adeguato al percorso di analisi della situazione nei singoli condomini, per individuare le soluzioni più adeguate senza danneggiare la qualità della raccolta differenziata. “Per svolgere una ricognizione puntuale serve tempo e solo al termine di questa analisi sarà possibile identificare gli interventi da realizzare caso per caso”, sottolineano le associazioni. “Non ha alcun senso avere fretta allo stato attuale, invece serve una cura adeguata nei confronti delle famiglie e degli esercenti e questa non può essere ottenuta nell’arco di pochi mesi. D’altra parte, in un’ipotesi di reintroduzione dei cassonetti, non ha alcun senso procedere con ordinativi nel momento in cui non si ha idea di quanti siano effettivamente necessari: stimare oggi un numero di cassonetti da acquistare, come quello ipotizzato dall’Amministrazione nel corso della Commissione (peraltro coincidente con il numero di isole ecologiche di base attualmente esistenti con i cassonetti della raccolta indifferenziata), significa mettere il carro davanti ai buoi. A riprova di questo, nel corso della seduta della Commissione i rappresentanti della stessa HERA hanno evidenziato la necessità di lavorare per almeno due anni per compiere la transizione verso il nuovo modello.”

Avendo raccolto informazioni soltanto a valle di un percorso avvenuto all’interno degli uffici comunali, le associazioni chiedono un tavolo di confronto con l’Amministrazione per approfondire la tempistica e le modalità con cui la trasformazione del sistema di raccolta avverrà, a partire dalle ordinanze di cui si è parlato nel corso della Commissione.
“A fronte dell’apparente insoddisfazione dei cittadini modenesi per l’attuale sistema di raccolta citata dal Sindaco, che è però affiancata a risultati reali decisamente buoni per la quantità e la qualità della raccolta differenziata, occorre tener conto che tutte le transizioni dei sistemi di raccolta dei rifiuti, così come in generale le trasformazioni degli stili di vita richieste dal processo di transizione ecologica, incontrano spesso l’opposizione iniziale di una parte della cittadinanza”, fanno notare le associazioni. “Tuttavia una buona gestione di questi processi favorisce l’accettazione dei cambiamenti da parte di un’ampia maggioranza dei cittadini nel corso del tempo. Spiace invece notare come, in questo caso, si è deciso non tanto di aiutare i cittadini in questo passaggio, ma di assecondare alcune resistenze (in alcuni casi assolutamente naturali, in altri decisamente eterodirette) che si sono manifestate nel corso di questi anni. Crediamo sia importante in generale che le Amministrazioni pubbliche si impegnino a governare il processo di transizione ecologica, confrontandosi con i cittadini e facilitando la loro partecipazione, senza ricadere in soluzioni che rappresentano un ritorno al passato.”

Le associazioni ricordano infine che l’obiettivo primario è l’incremento della qualità della differenziata insieme alla riduzione dei rifiuti prodotti.
“È evidente che, senza un controllo adeguato come quello consentito dal porta a porta con i sacchetti o con i bidoni carrellati, la raccolta differenziata non potrà che peggiorare. Non si tratta di sfiducia nei confronti dei nostri concittadini, ma di certezza dell’esistenza di comportamenti sbagliati che possono compromettere gli sforzi di chi si comporta correttamente: non è un caso il fatto che in Commissione si siano citate le migliaia di utenze prive di carta elettronica e quelle ancora non censite, dimostrazione del fatto che occorre adottare strumenti che consentano il controllo dei conferimenti.”

Questo non significa che la libertà dei cittadini sia compromessa, come abbiamo sentito dire più volte da parte dell’Amministrazione: in centinaia di Comuni si adottano modelli di raccolta che consentono un controllo efficace, senza che questo comporti la sollevazione dei cittadini, che invece sono più che capaci di conferire i rifiuti correttamente una volta ricevute le informazioni necessarie per fare la raccolta differenziata.”